Di un’altra bella degustazione voglio raccontare oggi, quella dei vini di Josko Gravner, in particolare dei due vini bianchi, il BREG e la RIBOLLA, che da quando sono stati vinificati nelle anfore di terracotta provenienti dalle regioni del Caucaso, sono anche diventati icone. Come conseguenza la difficoltà di reperire le bottiglie se non in qualche enoteca ‘molto appassionata’; articoli sui blog; elogi e ringraziamenti accorati da parte dei consumatori; fino ai punteggi aurei sopra i 90 punti sia da WineAdvocate che da WineSpectator.
Il merito di questa degustazione va agli appassionati titolari del Club NonSoloDiVino (link sito qui) che, ancora una volta, ci hanno sorpreso organizzando questa interessante verticale di 5 annate per ciascuno dei due vini. Grazie a Stefano e Giorgio.
Prima della degustazione guardiamo il video presentazione sul sito internet del produttore. Dalla sua voce apprendo un elemento di particolare interesse: la data che segna l’inizio del cambiamento è il 1987, quando nasce in Gravner l’esigenza di un cambiamento nello stile di vinificazione. Per cambiamento qui si intende qualcosa di più che il mero passaggio al biologico, o alla biodinamica, o al vino naturale, o altro. Qui si intende un ritorno alle origini, quelle millenarie, quelle della serie ‘la culla della civiltà’, quando ancora il vino si produceva per berlo con la bocca e con la pancia.
Il passaggio al bio; l’avvicinamento alla biodinamica, che è poi un riferimento al calendario lunare per le varie fasi di potatura, raccolta, vinificazione, travasi, imbottigliamento; il graduale abbandono di tutti gli strumenti moderni e tecnologici in cantina, quali per esempio i vinificatori in acciaio con controllo elettronico della temperatura; il passaggio al legno come elemento contenitore naturale del vino; fino all’uso delle anfore in terracotta.
I suoi vini, dall’annata 2001, si chiamano ANFORA. Significa che è qui, nell’anfora, che avviene la magia. Le anfore sono molto grandi, contengono 230 litri. Esse vengono interrate. Le uve vendemmiate vengono diraspate, pigiate e poi con mosto e bucce si riempiono le anfore. La fermentazione inizia senza aggiunta di lieviti selezionati, solo con i lieviti naturalmente presenti sulla buccia. Vino e bucce rimangono insieme, a contatto, nell’anfora per circa 7 mesi. Dopodichè il vino viene prelevato dalle anfore e messo in tini di legno molto grandi. Le bucce vengono torchiate e il vino ottenuto aggiunto nei tini di legno. Nel legno i vini rimangono per più di 40 mesi, quando poi si procede all’imbottigliamento, senza filtrazioni e senza chiarifiche. Durante tutti questi passaggi Gravner usa minime quantità di zolfo, elemento impiegato in enologia fin dai tempi degli antichi Romani, necessario per la conservazione del vino.
Penso (io) che tutti i cambiamenti che ha apportato Gravner, dal 1987 in poi, in vigna e nei processi di vinificazione, sono dedicati all’esaltazione di una certa complessità TATTILE, in bocca e nella pancia, più che OLFATTIVA. Il calore, la sapidità, la mineralità, la tannicità, l’astringenza, la secchezza, rappresentano in questi due vini BIANCHI, il Breg e la Ribolla, gli elementi primari. Poi vengono i profumi, che ci possiamo immaginare, raccontare e confrontare, ma che non sono il messaggio del produttore (altrimenti avrebbe usato i lieviti selezionati!).
Gravner sembra quasi un nostalgico neo-classicista in campo enologico quando lo senti parlare e raccontare il suo percorso, la sua storia, le sue motivazioni … fino a quando non apri una sua bottiglia e la versi nel bicchiere:
La prima considerazione va fatta sul colore del vino. Più riflessi ramati per il Breg, più riflessi dorati per la Ribolla: entrambi però vivi e molto limpidi. Attraggono.
La seconda considerazione è riferita alle note olfattive: i vitigni in questi vini non sono riconoscibili. Sentori che ci riportano a sensazioni dolci di frutti e agrumi canditi in un vino completamente secco, asciutto e perfino tannico.
Infine le sensazioni tattili di un vino di struttura, di corpo, di persistenza, di astringenza, senza eccedere. Equilibrio tra fraschezza e calore. In tutti i vini che ho assaggiato non ho riscontrato note stanche di ossidazione. Mi aspettavo vini pesanti e difficili, e invece no! Sono molto vivi, pieni di freschezza e sapidità. Mi sono piaciuti moltissimo.
Questa sera degustiamo il BREG 1998, 2002, 2003, 2004, 2005 e la RIBOLLA 1999, 2002, 2003, 2004, 2005
BREG ANFORA nasce da Uve: Sauvignon, Chardonnay, Pinot Grigio, Riesling Italico. Produzione annua: 20’000 bottiglie. Resa x ettaro: 24 q.li. Vinificazione x 7 mesi in anfore di terracotta interrate, senza aggiunta di lieviti selezionati e senza controllo della temperatura. Affinamento in botti di rovere per 41 mesi. Senza filtrazione e uso di solforosa.
BREG 1998, Alcol 13.5%. Al naso, appena versato nel bicchiere, escono leggere note ossidative, sentori di zucchero caramellato, cenere, alcol, note di thè.
Al palato c’è grande freschezza e mineralità. È caldo, persistente con un gusto quasi dolce di vaniglia. Ritorna il croccante con miele e frutta secca, agrumi canditi. Note iodate. È sapido. È secco, leggermente astringente. Questo vino BIANCO ha 15 anni ed è molto vivo e vigoroso. Più rimane nel bicchiere e più si apre a nuovi sentori, più prende vigore.
BREG 2002, Alcol 13%. Il colore di quest’annata 2002 è più chiaro rispetto sia al ’98 sia alle annate successive. Ambra chiara senza inclusioni. Al naso sento la dolcezza della vaniglia, note di legno verde, cenere bagnata. Sembra di percepire una maggior eleganza olfattiva rispetto al ’98 e di sicuro maggiore rispetto al 2003. Quando lo bevo sento molta freschezza e mineralità e sapidità. Persistenza con un finale quasi di buccia di
agrume candito leggermente amarognola. Non c’è una eccessiva finezza. C’è più corpo, consistenza, equilibrio, e soprattutto persistenza. Quando il vino rimane a lungo nel bicchiere, si ossigena senza ossidarsi. Migliora. Diventa così persistente da ricordare il gusto un po’ iodato di certi whisky scozzesi. Siamo completamente fuori dagli schemi moderni dei vini bianchi: qui si sente l’astringenza del tannino (minore rispetto ad un rosso) ma c’è.
BREG 2003, Alcol 14.5%. All’olfatto un sentore di vaniglia molto presente. In bocca si sente una certa sensazione di amaro e di rugosità.
L’alcol esce molto. Caldo, scalda! Si ha una percezione di minor freschezza rispetto alle annate precedenti. Molto tannico, asciuga.
BREG 2004, Alcol 14.5%. Colore ambra con riflessi ramati, limpido. Al naso note di frutta candita, albicocca secca, the, mandorla e latte di mandorla. Sentori ‘dolci’ in un vino completamente secco! In bocca colpisce subito la freschezza, poi il calore. (acidità e alcol importanti). Sapidità, ampio di gusto, persistente con un finale leggermente amarognolo di bergamotto. Tannicità abbastanza astringente.
BREG 2005, Alcol 13%. Al naso sentori di mela cotogna, leggera dolcezza data da sentori di frutta candita, note che ricordano la china e in sottofondo note balsamiche. Lo bevo e sento sensazioni minerali e leggermente salmastre che ricordano i whisky scozzesi. Freschezza. Molta persistenza. Finale con sensazioni di astringenza e di radici verdi.
RIBOLLA ANFORA nasce da uve: Ribolla. Produzione annua: 20’000 bott. Resa x ettaro: 24 q.li. Vinificazione x 7 mesi in anfore di terracotta interrate, senza aggiunta di lieviti selezionati e senza controllo della temperatura. Affinamento in botti di rovere per 41 mesi. Senza filtrazione. Uso di solforosa.
RIBOLLA 1999, Alcol 12.5%. Colore: ambra dorata. Al naso si presenta completamente diverso rispetto al Breg. Più vaniglia, miele di castagno, bergamotto. In bocca è fresco, minerale, più sapido. Caldo. Sersazione prolungata di dolcezza in equlibrio con la sensazione di leggera astringenza e citricità.
RIBOLLA 2002, Alcol 12.5%. Purtroppo una bottiglia con difetto di tappo.
RIBOLLA 2003, Alcol 12.5%. Note intense di fiori e leggera vaniglia. Al palato sento freschezza, sapidità, leggera astringenza, lunghezza, intensità, ampio. Finale leggermente tendente alla mandorla. La ribolla 2003 sembra essere più equilibrata rispetto al Breg 2003, e quindi si presenta con più finezza.
RIBOLLA 2004, Alcol 14.5%. Al naso note di the, di fiori, di latte di mandorla. Al palato freschezza, sapidità, mineralità, persistenza, intensità, equlibrio. Eleganza.
RIBOLLA 2005, Alcol 13%. Al naso note agrumate molto intense, fico d’india, the, sentori leggermente balsamici. In bocca si ha la sensazione di una grande freschezza, quasi citrica. Caldo. Trovo una certa eleganza e finezza. È cremoso, molto persistente. Mi entusiasma. Sul finale note di mandorle e confetto. Molto secco.
La mia personale classifica della serata: Breg 1998, Breg 2002, Ribolla 2005, Ribolla 2004, Ribolla 1999, Ribolla 2003, Breg 2004, Breg 2005, Breg 2003.
Prosit
Vittoria Fagetti
21 ottobre 2013