Grandi aspettative per un’altra straordinaria degustazione di diverse annate di uno tra i vini più importanti al mondo. Un vino di Bordeaux, château Mouton Rothschild, che ha superato le 150 vendemmie! Il che significa: continuità, tradizione e soprattutto tanta (davvero tanta) esperienza nel saper interpretare nel giusto modo l’andamento dell’annata.
Volentieri darei uno sguardo alle date importanti che hanno segnato la storia di questo prestigioso Château.
Lo Château nasce formalmente nel 1853, quando il Barone Nathaniel de Rothschild acquista all’asta la proprietà di Château Brane-Mouton e ribattezza la proprietà: Château Mouton Rothschild.
Nel 1924 suo nipote il Barone Philippe de Rothschild, che aveva preso la direzione dell’azienda due anni prima, decide di imbottigliare nella proprietà stessa tutto il vino che viene prodotto, invece di inviarlo a Bordeaux nelle botti di legno, come era consuetudine. Nasce l’esigenza di maggior spazio per immagazzinare le bottiglie e nel 1926 viene costruito un edificio molto grande (100 x 75), ideato dall’architetto Charles Siclis, ovvero l’attuale barricaia.
Nel 1945 per commemorare la vittoria degli alleati nella 2a guerra mondiale viene dato inizio alla tradizione di far illustrare da un artista contemporaneo l’etichetta di ogni annata.
Nel 1973 lo château avanza nella classifica dei Grand Cru e si aggiudica lo stato di Premier Cru Classé, da cui era stato escluso nella classificazione del 1855.
Estensione del vigneto: 84 ettari, Altitudine: 27 metri s.l.m., Suddivisione del vigneto nelle varietà di: Cabernet Sauvignon: 80%, Merlot: 16%, Cabernet Franc: 3%, Petit Verdot: 1%, Età media delle piante: 44 anni.
Il terreno su cui vegetano le piante di Cabernet e Merlot è chiamato ‘graves’ ovvero un terreno povero, pieno di pietre e sabbie argillose, inadatto alla coltivazione, ma ideale per produrre uno tra i migliori vini al mondo. Le radici delle piante penetrano profondamente nel terreno dove trovano strati calcareo-marnosi ricchi di elementi minerali che danno alla vite l’energia e il nutrimento per produrre vini rossi eleganti, ricchi di tannini, e molto longevi.
Vinificazione: in parte in legno: 44 tine in legno di rovere, in parte in acciaio: 20 vasche inox.
Maturazione: in barriques di diversi passaggi
Le informazioni sono state prese dal sito internet del produttore.
Nel sito ufficiale si può vedere un video della durata di non più di 2 minuti, in cui si assiste ad alcuni momenti della vendemmia 2013 presso lo Château. Immagini meravigliose, chiare, pulite. Ci si immagina una vendemmia ‘quasi silenziosa’, calma, senza ansia, senza urla, senza schiamazzi, e perfino senza risate …(qui). Un messaggio diretto di stile e professionalità.
Non si trovano notizie chiare, però, relative alla cura delle vigne o informazioni in merito alle pratiche di cantina durante la vinificazione.
Non è specificato se vengono utilizzati lieviti indigeni o lieviti selezionati.
Dalle fotografie e dai video si vede una cantina moderna e tecnologica pensata per preservare la qualità dell’uva in ogni fase di lavorazione.
Il locale dedicato alla vinificazione è attuale, costruito nel 2012.
La costruzione della barricaia invece risale al 1924: lunga 100 metri e larga 25, può contenere fino a 1000 barrique disposte su un unico piano.
Le annate che andiamo ad assaggiare questa sera sono le seguenti: 1999, 1998, 1996, 1993, 1990, 1979, 1976, 1973, 1966
1999
- Cabernet Sauvignon 78%
- Merlot 18%
- Cabernet Franc 4%
- L’annata 1999 è di sicuro tra le più fini, eleganti, morbide, generose assaggiate questa sera, rispetto alle altre è quasi la più ‘piaciona’, tonda e meravigliosa. Intensa al naso con sentori di cacao e di cuoio, un po’ di legno bagnato, frutta rossa e nera, note di petali di geranio e olive nere.
- Al palato sorprende la grande freschezza e l’intensa sapidità che accenna ad una leggera piccantezza. Equilibrio e persistenza. Tannini setosi. Grande piacevolezza di beva.
- Diciamocelo: non vogliamo solo fare una semplice degustazione. Ce lo vogliamo BERE e gustare in compagnia. Grazie a Marco, che continua a sorprenderci con l’organizzazione di queste strepitose serate.
1998
- Cabernet Sauvignon 86%
- Merlot 12%
- Cabernet Franc 2%
- Il 1998 si presenta un po’ meno armonioso rispetto all’annata precedente. Più voluminoso e potente in bocca, meno aperto al naso, dove troviamo sentori di liquirizia, caffè, spezie, fiori appassiti, alloro, rosmarino, peperone, mallo verde della noce. Il confronto olfattivo con le altre bottiglie stappate questa sera, mi fanno pensare ad una lieve (lieve) chiusura.
- Invece in bocca il vino ESPLODE davvero. Sapidità e freschezza, volume, calore, persistenza con un finale molto lungo che porta note di caffè e cacao. Leggera sensazione metallica, ma che non disturba.
1996
- Cabernet Sauvignon 77%
- Merlot 13%
- Cabernet Franc 10%
- L’annata 1996 ci porta verso caratteri di maggior finezza, eleganza, ampiezza e complessità. Una bottiglia strepitosa.
- Note di spezie, frutti a bacca nera, mirtilli, cacao, caffè, leggera vaniglia, cuoio, note erbacee. Nel bicchiere c’è una continua evoluzione di aromi secondari e lievi accenni ai sentori terziari. Si ha la sensazione di un vino giovane e aristocratico.
- Al palato, poi, freschezza, sapidità, molta persistenza con un finale di cacao, caffè, spezie ed un accenno di pepe bianco della Cambogia caratterizzato da una maggior aromaticità. Un vino molto vivace, vivo, assolutamente pronto.
1993
- Cabernet Sauvignon 80%
- Merlot 13%
- Cabernet Franc 7%
- Difetto!
1990
- Cabernet Sauvignon 81%
- Merlot 9%
- Cabernet Franc 10%
- L’annata 1990 è quella che più mi è piaciuta. Non era solo meravigliosa, era proprio quello che ci si aspetta da un vino così prestigioso di Bordeaux!
- AMPIO con sentori di spezie e note di frutta in continua evoluzione e maturazione; un tocco ancora erbaceo di fieno essiccato, un altro leggero tocco di cuoio, poi leggere noti dolci che ricordano la vaniglia; sentori di erbe aromatiche in particolare di alloro e rosmarino; e ancora una forte componente balsamica con sentori mentolati. Questa bottiglia presenta caratteristiche olfattive tendenti agli aromi terziari in predominanza.
- Al palato il vino è straordinariamente fresco, vivo (dopo 24 anni), e sapido con un tocco piccante e aromatico. Il tannino è vellutato. Molto secco, asciutto, direi austero. Si ha una bella sensazione di calore. Persistente.
- Una bottiglia che fa sognare!
1979
- Dopo il ’90 un salto di più di 10 anni e ci troviamo di fronte ad un altro strepitoso vino con sentori balsamici in evidenza, note di caffè, china, liquirizia, leggero accenno di goudron, mineralità.
- Al palato ancora siamo sorpresi dalla freschezza e dalla vivacità del vino: è ancora molto succoso con un gusto di frutta rossa e nera matura che ci accompagna per molti secondi di persistenza. INCREDIBILE. Il vino ha 35 anni!
1976
- L’annata 1976 è dominata da sentori mentolati e direi proprio medicinali. Note di erbe aromatiche, alloro in particolare, note dolci di chinotto, spezie, cuoio, leggero goudron, petali di fiori che ricordano il geranio.
- All’inizio, al primo sorso, ho avuto una sensazione che il vino avesse un corpo un po’ più magro rispetto all’annata precedente assaggiata. Ma poi questa condizione si è ribaltata e ho trovato molta più finezza, molta più eleganza in questa annata rispetto al 1979. Incredibile freschezza, incredibile bevibilità, incredibile vivacità. Il 1976 VIBRA ed è ancora sorprendentemente SUCCOSO di frutta rossa dolce e matura … dopo 38 anni !!!
- Forse è proprio questa GRANDE BEVIBILITÀ anche dopo così tanti anni, che caratterizza la grandezza del vino!
1973
- Etereo … non presenta delle belle sensazioni olfattive, almeno non come la ‘76 o la ’79. Qualche difetto c’è, anche al palato. Note di smalti e lacche. Il colore è scarico. Il gusto è amaricante.
- Ci dispiace anche perché l’annata rappresenta l’ingresso dello Château nell’Olimpo degli Dei !!! Nel 1973 diventa Premier Grand Cru.
1966
- Difetto forse x cattiva conservazione
CONSIDERAZIONI FINALI
Durante la serata ho assaggiato e riassaggiato tutti questi vini più volte nell’arco di diverse ore e mi sono accorta che diventano sempre più SUCCOSI ad ogni assaggio, sempre più AROMATICI, sempre più PERSISTENTI e INTENSI. Significa che le caratteristiche del vino vengono amplificate con il contatto con l’aria e non svaniscono come accade a molti altri vini rossi di altre zone importanti. Il vino decolla nel bicchiere per poi esplodere in bocca! Non cade e non svanisce.
Incredibili sono le annate 1979 e 1976 per la freschezza, per la vivacità, per la persistenza e per la dolcezza dei tannini e sono (quasi) senza difetti …
Abbiamo stilato le nostre classifiche:
- Vittoria F: 1990, 1976, 1996, 1999, 1979, 1998
- Marco B: 1996, 1990, 1999, 1998, 1979, 1976
- Alessandro B: 1990, 1996, 1976, 1979, 1998, 1999
- Stefano N: 1990, 1976, 1996, 1979, 1998, 1999
- Alessandro P: 1979, 1976, 1998, 1990, 1996, 1999
- Gianluca: 1990, 1996, 1976, 1998, 1979, 1999
- Anna V: 1996, 1990, 1979, 1998, 1999, 1976
Ciò che apprezzo tanto (oltre ovviamente al vino) è sempre una chiara e trasparente comunicazione tra il produttore e il consumatore. Tutto ciò che non viene detto mi fa pensare a grandi segreti da non divulgare. Quando ci sono cose non dette, la fantasia e l’immaginazione volano!
La domanda che mi pongo ancora una volta è sempre la stessa: quando possiamo dire che un vino BUONISSIMO è anche un GRANDE vino?
(vedi discussione su Gaja Barbaresco qui)
Anche per Château Mouton Rotschild non abbiamo molte informazioni relative alla cura dei vigneti e alle pratiche di cantina durante la vinificazione. Non ce lo dicono! I pensieri volano ….
Il ricordo di aver partecipato ad una così importante degustazione rimarrà di sicuro per sempre. Grazie Marco.
Prosit,
Vittoria Fagetti
5 maggio 2014
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