giovedì, Novembre 21, 2024
Ticivino – recensioni vini del Ticino

IL MERLOT: TRE NAZIONI A CONFRONTO

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Interessante degustazione alla cieca di 9 vini Merlot provenienti da diverse nazioni. Abbiamo cercato di individuarne la provenienza, di capirne le differenze, di interpretare i metodi di vinificazione. Abbiamo degustato 3 vini del Canton Ticino, 3 vini italiani e 3 vini francesi.

Vini Svizzeri Ticinesi:

  • VINATTIERI 2009 TI DOC MERLOT – Vinattieri Ticinesi SA – chf 115,00
  • CULDREE 2009 TI DOC MERLOT – Trapletti Enrico – chf 55,00
  • RAMPEDA 2009 TI DOC MERLOT – Meroni Marco e Vincenzo – chf 45,00

Vini Italiani:

  • CROSARA 2008 BREGANZE ROSSO DOC – Maculan (Veneto) – chf 100,00
  • MESSORIO 2008 IGT TOSCANA – Le Macchiole (Toscana) – chf 125,00
  • PALAFRENO 2008 IGT TOSCANA – Querciabella (Toscana) – chf 96,00

Vini Francesi:

  • CHATEAU LA FLEUR PETRUS 2008 App. Pomerol Controlé – chf 198,00
  • CHATEAU HAUT BALLET 2009 App. Fronsac Controlé – chf 25,00
  • CHATEAU LAFON LA TUILERIE 2007 App. St. Emilion Gran Cru Controlé – chf 36,00

Le bottiglie erano tutte coperte e l’ordine di servizio è stato casuale:

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il primo vino servito si presenta nel bicchiere di un colore molto scuro, intenso, cupo, praticamente impenetrabile. Al naso è ancora abbastanza chiuso e anche nel corso della serata fatica ad aprirsi. Note di frutta nera molto matura, una ciliegia nera quasi composta, poi note di speziate, cacao, cuoio. alt

Al palato sento freschezza, mineralità, ho una sensazione di cremosità, il vino è denso, concentrato, caldo, persistente. Certo che la sensazione di dolcezza, di concentrazione e di surmaturazione delle uve è abbastanza evidente. Si pensa quasi ad una eccessiva costruzione e manipolazione in cantina. Forse per questo motivo nella classifica della serata arriva all’ultimo posto. Si scopre solo alla fine e dopo lunghe discussioni che si tratta di Chateau Haut Ballet 2009, aoc Fronsac. Merlot 100%, secondo quanto riportato nel sito internet del produttore, allevato dal 2000 in biodinamica, di proprietà di Oliver Decelle (Mas Amiel). Il vino è stato acquistato per chf 25.00

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Il secondo vino si presenta nel bicchiere di colore rosso rubino con  riflessi granati. Al naso si è subito colpiti da intense note mentolate e balsamiche, ampie: è un piacere respirarlo. È più aperto, più complesso, più intenso, rispetto al vino degustato prima. Si esprime con note fruttate più gentili, una ciliegia matura, dolce, delicata. Poi ancora note di cassis, di cuoio, note vegetali e note animali. Ritorna sempre l’aspetto mentolato. Fine, elegante. Al palato c’è molta mineralità, sapidità, persistenza, GUSTO. È un vino saporito. Il tannino è elegante. C’è molta piacevolezza alla beva. Il finale è lungo, con note dolci di vaniglia e frutta rossa. Sembra quasi un vino medicinale tanto è balsamico. Eleganza, equilibrio e di sicuro anche armonia. Si tratta del Crosara 2008 dell’azienda Maculan di Breganze. Le uve merlot provengono da un unico vigneto in località S.Stefano a Breganze piantate nel 1994. Prezzo di acquisto chf 100.00

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Il terzo vino non è stato servito per un evidente difetto di tappo.

Il quarto vino si presenta nel bicchiere di colore rosso rubino con lievi riflessi granati. Al naso prevalgono note di cuoio, sentori leggermente balsamici, note minerali di terra, note vegetali, frutta matura, menta,

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pepe, spezie. È ampio, elegante, fine. Al palato è buonissimo, molto elegante, morbido, praticamente un velluto. Non ce l’aspettiamo tutta questa eleganza da un vino Svizzero del Canton Ticino. Ma alcuni produttori ci riescono. Il vino è molto persistente con un finale succoso, pieno, ricco, avvolgente. Confettura dolce di ciliegie e frutta rossa in generale. Barrique discreta. Minerale e sapido, caldo. Equilibrato. Si tratta del Vinattieri 2009, Ticino doc (scheda produttore qui). Produzione annua: circa 10’000 bottiglie. Appassimento delle uve in cassette per circa un mese. Prezzo di acquisto chf 115.00

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Il quinto vino servito si presenta nel bicchiere di colore rubino abbastanza scuro e pieno. Al primo naso sento una leggera riduzione e chiusura. Non trovo al momento una bella eleganza olfattiva. Mi ricorda un po’ un certo stile di vini VinNatur e biodinamici. Al palato, invece, ha una grande carica espressiva con molta mineralità, sapidità, persistenza. Finale dolce, abbastanza elegante. Si scopre essere un La Fleur Petrus 2008, Pomerol aoc. Il domain si trova proprio di fronte a ch. Petrus e adiacente a ch. Lafleur. Si estende su 13,5 ettari. Un vino al 90% Merlot con un 10% Cabernet Franc. Vigne di 35 anni. Le uve non sono mai raccolte surmature. Produce circa 45’000 bottiglie all’anno. Prezzo di acquisto che 198.00 chf.

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Il sesto vino servito ha una tonalità quasi tutta sul granato. Al naso, subito, intense note di vaniglia dolce, caffè, cuoio e speziatura. La frutta viene dopo insieme a note minerali di terra e note vegetali di radici. Non sembra esserci una grande finezza olfattiva. È fermo sul caffè, sul cuoio e sulla vaniglia: non si sposta da questi sentori. Al palato si esprime con una bella freschezza, mineralità, intensità. È persistente con un finale succoso di frutta rossa. Si riscatta alla beva. È probabilmente il più ‘piacione’ della serata con questo legno presente e abbastanza invadente. Scopriamo essere il Culdree 2009, Ticino doc, di Enrico Trapletti, (scheda produttore qui). Le uve provengono dal vigneto di Coldrerio. Produzione annua circa 5’000 bottiglie. Prezzo di acquisto chf 55.00

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Il settimo vino servito è quello che mi è piaciuto più di tutti. Nel bicchiere si presenta di color rubino scuro con riflessi granati. Al naso intense note di frutta, note balsamiche, note minerali, note speziate, note vegetali. È molto fine, molto pulito, molto complesso, elegante, intenso. Al palato c’è molta mineralità, sapidità, gusto. Il finale è succoso, molto intenso e persistente. Equilibrio e armonia. Un vino perfetto. Si tratta del Messorio 2008, Toscana igt, az. Le Macchiole, Bolgheri. Prezzo di acquisto chf 125.00

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L’ottavo vino servito si presenta nel bicchiere con un colore rubino leggermente meno intenso rispetto agli altri. È il più chiaro di tutti. Al naso si è colpiti da note mentolate, frutta sottospirito, cuoio, note vegetali. Al palato è minerale, sapido, tannico. Si presenta con un carattere austero. Mi ricorda la Toscana. Si tratta infatti del Palafreno 2008, Toscana igt, azienda Querciabella. Produzione annua 2’300 bottiglie, vigneto di 1,5 ettari, prezzo di acquisto chf 96.00

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Arriviamo all’ultimo vino servito che si presenta nel bicchiere di un colore cupo e abbastanza scuro. Al naso si sentono note di tostatura e di vaniglia, frutta sottospirito. Al palato è intenso di mineralità e sapidità. Dolcezza, sensazione di robustezza. Persistente con un finale dolce di frutta e spezie. È il vino che ha vinto in questa competizione, quello che ha preso il punteggio maggiore, una media di 91 punti. Si tratta del Rampeda 2009, Ticino doc, dei Fratelli Meroni di Biasca (scheda produttore qui). Produzione annua 2’000 bottiglie, prezzo di acquisto chf 45.00. il vigneto si trova all’inizio della Valle di Blenio in una posizione molto ripida. Un esempio di viticoltura eroica ticinese.

Considerazioni finali: La mia curiosità e l’interesse maggiore, prima di entrare nella sala dove si sarebbe svolta la degustazione, era soprattutto legata al concetto di Terroir e alle tecniche di vinificazione: quando prevale l’uno e quando prevalgono le altre. La domanda era: sarei riuscita a riconoscere i vini del Ticino, i vini Francesi e quelli Italiani per una qualche differente caratteristica predominante tipica? Oppure le tecniche di vinificazioni e le pratiche in cantina sono abbastanza regolari e internazionali, ‘standard’, da coprire il carattere territoriale? Lo stimolo principale di discussione della serata era senza dubbio proprio questo.

I vini erano tutti diversi. Sono stata sorpresa nell’aver riconosciuto il carattere Toscano di Messorio e Palafreno (il mio vicino di banco ne è testimone); di aver riconosciuto alcune sensazioni che avevo già memorizzato e classificato nell’archivio della mia memoria sensoriale. Un carattere regionale e territoriale c’è!

A mio giudizio i vini erano tutti straordinariamente grandi sia dal punto di vista della struttura, sia dal punto di vista dell’equilibrio, sia dal punto di vista della persistenza. Grandi vini giovani, ma pronti. Di sicuro alcuni non hanno ancora raggiunto una bella armonia, come per esempio La Fleur Petrus che necessita ancora di affinamento in bottiglia per rivelarsi. Ciò che ho notato contare molto (in generale) nel giudizio del ‘mi piace’ e ‘non mi piace’ è stato l’aspetto olfattivo. L’impatto positivo della dolcezza e della piacevolezza data dal passaggio del vino in barriques morbide e dolci è di sicuro l’aspetto che colpisce il ‘naso’ delle persone e vi lascia un imprinting di buona predisposizione che condiziona tutta la degustazione successiva. Insomma la barrique conta ancora tanto, ma bisogna saperla usare!

Il vino che ho preferito è stato il Messorio 2008. Grande eleganza e perfezione, insieme con Vinattieri 2009, Rampeda 2009, Crosara 2008, Palafreno 2008. Davvero grandi grandi vini.

prosit,

Vittoria Fagetti

30 novembre 2013

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