Eccoci, felici, ancora una volta insieme per degustare 7 grandi Champagne VINTAGE del 1996. Il 1996 è un’annata viticola considerata atipica, caratterizzata da una rapida successione di periodi climatici estremamente contrastanti: importanti gelate invernali con picchi fino a -20°C a febbraio; un mese di marzo grigio e molto freddo; anche in aprile il sole ha fatto capolino poche volte con ancora gelate e grandinate in maggio; giugno incomincia bene, ma dopo il 19 le temperature cadono bruscamente; a luglio e agosto si succedono rapidamente giornate con il bel tempo, grandinate, umidità e calore, condizioni che portano allo sviluppo della botrite e di altri parassiti: a settembre poi arriva il vento da nord che asciuga i grappoli e il bel tempo fa maturare l’uva che si arricchisce di zuccheri in maniera spettacolare. L’annata si rivela in questo atipica cioè fuori norma, ma con un rapporto alcool/acidità assolutamente equilibrato. I vini ottenuti presentano grassezza, corpo, ampiezza il tutto sostenuto da un’acidità marcata che lascia presagire un bel potenziale di invecchiamento.
Henriot, Cuvée des Enchanteleurs 1996, 50% Chardonnay e 50% Pinot Nero, sosta sui lieviti: 10 anni, dosaggio: brut con 10 gr/litro.
degustazione: colore giallo carico. Al naso emergono subito note di affumicato, poi di cedro, di miele, di distillato di pere. Al palato è cremoso, la bollicina è ancora leggermente e delicatamente effervescente. Si percepisce una grande freschezza, quasi citrica, note mature, equilibrio. Interessante: il vino si mantiene vivo nel bicchiere anche a fine serata!
Ruinart, Dom Ruinart 1996, l’unico Blanc des Blancs della serata, Chardonnay 100%, dosaggio: brut.
degustazione: il colore è più chiaro rispetto al primo champagne. Aal naso note fini e delicate di cioccolato bianco, fiori bianchi. Al palato molta cremosità di burro di cacao e intense note citriche. A momenti escono note leggermente salmastre, ma sono solo momenti e poi il vino torna sulla finezza che prevale, indubbiamente, e risulta essere la sua caratteristica principale. Sul finale, sempre lungo, note di lychees e cioccolato bianco. A fine serata escono molto le note della ‘liqueur’ dolce, e rispetto agli altri champagne sembra essere meno espressivo. Di sicuro un GRANDE che perde il confronto con altri vini più espressivi in termini di forza e potenza. Dom Ruinart vince in FINEZZA ed ELEGANZA.
Dom Perignon 1996, assemblaggio Chardonnay e Pinot Noir, dosaggio: brut.
degustazione: colore giallo ORO. Al naso note di affumicato, di miele, di tarassaco, di cedro, di agrumi canditi. Al palato molta cremosità, burro, cacao, grande freschezza e anche molta morbidezza. EQUILIBRIO ed ARMONIA. Qui c’è tutto: struttura ed eleganza. Importante nota citrica. Dom Perignon mantiene la sua classe anche a fine serata.
Jacquesson, Vintage 1996, Pinot Noir 57% (26% di Ay e Dizy, 31% Grand Cru della Montagne de Reims), Chardonnay della Còte des Blancs 43%, tiraggio a luglio 1997 senza alcuna filtrazione, meno di 30mila bottiglie prodotte, sosta sui lieviti: 9 anni, degorgement: 4° trimestre 2006, dosaggio: extra brut 3 gr/litro.
degustazione: colore giallo ancora più intenso e ricco rispetto ai primi tre vini. Al naso note di erbe alpine con sentori leggermente balsamici. Sembra di entrare in un altro mondo fatto di grande struttura, grande freschezza, grande corpo, grande concentrazione di gusto! È molto sapido al palato, molto persistente: un mondo buono di tanta materia e di tanto sapore e gusto. Sentori di bergamotto, acidità astringente. Molto secco, molto nature.
Bollinger, R.D. 1996, Pinot Noir 70%, Chardonnay 30%, Grands Crus 75%, Premiers Crus 25%, fermentazione in barriques, dosaggio: extra brut ovvero 3 gr/litro, degorgement: giugno 2006
degustazione: colore giallo carico e intenso. Al naso sentori maturi, note che ricordano il calvados, albicocche secche, mela cotogna. Al palato la freschezza è quasi tagliente. Man mano che il vino si scalda nel bicchiere diventa sempre più cremoso e persistente. Note piccanti, abbondanti e ricche di gusto. È molto secco.
Philipponnat, Clos des Goisses 1996, storico Clos di Mareuil-sur-Ay, 65% Pinot Nero e 35% Chardonnay, parziale vinificazione in legno, sosta sui lieviti per 10 anni, dosaggio: 4 gr/litro
degustazione: colore giallo carico. Al naso è molto diverso, intrigante, differente con note citriche e sentori mediterranei, un po’ di vaniglia e di crema pasticcera, sentori balsamici e mentolati. Al palato è assolutamente estremamente minerale. Ci sorprende tantissimo e ci piace molto. Sempre abbondante di materia e di gusto. Persistente, equilibrato, armonico.
Krug 1996, assemblaggio di Pinot Noir, Pinot Meunier, Chardonnay, sosta sui lieviti: 10 anni, che dire: sembra quasi che Krug racchiuda in sè tutti i vini assaggiati finora.
degustazione: finezza, freschezza citrica, cremosità, note di bergamotto e di frutta candita, mineralità, gusto, materia. Sentori di affumicato, di frutta matura. L’acidità è perfetta un po’ come la tempesta perfetta, perchè di questo si tratta: di tanto e di tutto … insieme! eleganza nell’abbondanza, finezza anche negli estremi. La bollicina è ancora viva e si mantiene persistente anche a fine serata, quando ancora continua ad esprimersi nella sua molta complessità. Krug è un monolite: è forza, è potenza, è pienezza, è materia.
Le nostre classifiche personali:
- Marco: Krug, Clos des Goisses, RD, Jacquesson, Dom Perignon, Henriot, Dom Ruinart
- Giovanni: Krug, Clos des Goisses, RD, Jacquesson, Dom Perignon, Henriot, Dom Ruinart
- Renato: RD, Krug, Clos des Goisses, Jacquesson, Dom Perignon, Henriot, Dom Ruinart
- Anna: Krug, RD, Clos des Goisses, Dom Perignon, Henriot, Jacquesson, Dom Ruinart
- Nicoletta: Clos des Goisses, Krug, RD, Jacquesson, Dom Perignon, Dom Ruinart
- Oriana: Dom Perignon, Clos des Goisses, Krug, RD, Jacquesson, Dom Ruinart
- Vittoria: Krug, Clos des Goisses, RD, Jacquesson, Dom Perignon, Henriot, Dom Ruinart
Conclusioni finali: già subito dopo i primi assaggi dei primi tre Champagne ci si rende conto che siamo di fronte a vini tutti completamente diversi: Henriot è preciso e tagliente, Ruinart è delicato e molto fine, Dom Perignon stupisce in perfezione, pienezza ed eleganza, equilibrio ed armonia che poi ritroviamo anche nei successivi tre Champagne, ma con più forza, più PERSIONALITÀ, più tutto! A fine serata, quando il vino nei bicchieri ha raggiunto una temperatura meno fresca e più vicina all’ambiente, alcuni vini conservano tutte le loro caratteristiche e si esprimono ancora con grande vitalità e altri, in particolare Dom Ruinart e Dom Perignon, fanno emergere quella nota leggermente dolciastra della Liqueur.
Ma stiamo parlando di grandi, davvero straordinari vini di Champagne. vini bianchi che ancora dopo 18 anni sorprendono per giovinezza, freschezza, armonia, grande piacevolezza. Si abbinano su tutto: antipasti, primi piatti, pesci e finanche carni. Spettacolare R.D. di Bollinger che questa sera abbiamo abbinato ad una tartare di carne rossa.
Come scrisse il più famoso DOM della storia dello Champagne, mi riferisco a Dom Pierre Perignon, confermo che bere Champagne è davvero come BERE LE STELLE … e direi che anche questa sera abbiamo assaggiato diverse importanti costellazioni. Krug über alles, e sorpresona: Clos des Goisses, il più complesso e ampio tra tutti …
Vittoria Fagetti
2 dicembre 2014