La nostra regione vitivinicola non è soltanto piccola, è anche parecchio giovane! Il vigneto del Canton Ticino, Svizzera, è stato davvero decimato dopo l’invasione della fillossera nella seconda metà del 19esimo secolo. La produzione di vino è rimasta, quindi, almeno per un centinaio di anni praticamente una produzione solo familiare: pochi filari, non si parla nemmeno di ettari, coltivati e vinificati per il consumo proprio. Anche se già dall’inizio del 1900 il Cantone ha finanziato la ricerca e la sperimentazione dei vitigni che meglio si adattavano alle nostre terre, sarà solo verso la fine degli anni ’70, inizio anni ’80, quando alcuni audaci viticoltori/imprenditori si sono avventurati nell’incredibile mondo della produzione di vini con fini commerciali e professionali, sperimentando una ricerca qualitativa e innovativa importante. Il successo commerciale di questi pochi produttori, meno di una decina, durante il ventennio tra il 1980 e il 2000, ha spinto altri viticoltori a intraprendere la strada della produzione in maniera più professionale già verso la fine degli anni ’90 e gli inizi del XXI secolo. Gli ettari vitati sono cresciuti fino agli attuali 1’100 ettari, vale a dire un potenziale produttivo di circa 5 fino a 7 milioni di bottiglie. Abbiamo circa 3’000 viticoltori registrati, la maggior parte dei quali conferiscono le uve a produttori più grandi. La metà di loro possiede meno di mille metri quadrati (un decimo di 1 ettaro), ovvero pochi filari!. Solo 170 viticoltori possiedono più di 1 ettaro di vigna. I vinificatori, che etichettano i vini atti alla vendita, sono circa 200. La produzione cantonale è davvero esigua e frammentata, ma sempre di più di qualità. Qualità che è andata man mano migliorando con l’avvento dei piccoli, a volte anche piccolissimi viticoltori vinificatori. A volte manca l’esperienza, al posto della quale c’è l’entusiasmo e la sperimentazione: provare e riprovare a vinificare cercando di interpretare l’andamento delle annate.
Ci siamo riuniti una sera e abbiamo assaggiato alla cieca 12 vini prodotti in Canton Ticino di annate meno recenti. Sono descritti qui di seguito partendo dalle annate più lontane (1992) fino alla più giovane degustata del 2007. Alla degustazione hanno partecipato: 3 produttori, 3 sommelier e 5 appassionati amici e degustatori. I vini assaggiati sono stati scelti casualmente da ognuno di noi. C’erano vini molto semplici e vini di grande struttura. A volte siamo stati delusi nell’assaggiare un vino che ‘non ha tenuto’, che ha preso la strada della riduzione o dell’ossidazione, A volte, invece, siamo stati sorpresi nell’assaggiare un vino che in questo momento della sua vita si esprime in maniera straordinaria. Questa sera siamo stati molto sorpresi 3 volte. Non male, direi, per una zona di produzione giovane come il Canton Ticino.
Questi i vini degustati, alla cieca, nell’ordine di degustazione:
- Sirio 2006, Matasci Vini
- Rovio Riserva 2003, Vini Rovio, Gianfranco Chiesa
- Amoroso 2007, Weingartner
- Merlot 1992, Eligio Boldini, Canton Grigioni
- Caronte 2005, Cormano Vini
- Redegonga 2005, Vinattieri Ticinesi
- Silenzio 2003, Roby Rigoni, cantina Motto della Torre
- Sassariente 2003, Matasci Vini
- Ampelio 1996, Carlevaro Vini
- Silenzio 2004, Roby Rigoni, cantina Motto della Torre
- Ampelio 2007, Carlevaro Vini
- Vinattieri 1997, Vinattieri Ticinesi
Sorprendenti e direi proprio meravigliosamente straordinari, si sono rivelati esserlo il Rovio Riserva 2003, il Caronte 2005 e il Silenzio 2004. Interessante il confronto tra il Silenzio 2003 e il Silenzio 2004, con il produttore presente che ci ha raccontato l’avventura ‘infernale’ della vendemmia 2003. Il plauso della serata va di sicuro a Gianfranco Chiesa, Vini Rovio, che ci ha emozionato con il suo Rovio Riserva 2003. Una vendemmia assolutamente difficile che Gianfranco ha saputo interpretare nella maniera giusta.
MERLOT 1992 – ELIGIO BOLDINI – GRIGIONI
22 anni per un vino semplice sono davvero troppi! Merlot 100%
Il colore, come si vede dalla foto, è praticamente marrone! L’annata 1992 è stata assolutamente pessima: acqua e muffa ovunque nel Cantone!
L’assaggio è comunque doveroso: purtroppo il vino è abbastanza piatto, poca espressione con un naso completamente spostato sulle note terziarie di goudron, gomme e un accenno di caramello. Assolutamente etereo. Vago sentore balsamico.
ps: incomincio il racconto della degustazione dei vini del TICINO e parto parlando di un vino del GRIGIONI!!! Curioso vero? Allora vi dico che Eligio Boldini è un produttore ‘intercantonale’: la sua cantina si trova sul territorio del comune di San Vittore (Grigioni) e parte dei vigneti si trovano sul territorio del comune di Lumino (Ticino). Il confine cantonale passa tra i suoi filari!
AMPELIO 1996 – CARLEVARO e AMPELIO 2007 – CARLEVARO
Le uve provengono da vecchi vigneti dei Ronchi del Bellinzonese.
Merlot 100%, Prodotto con una vinificazione di tipo bordolese, con fermentazione alcolica e macerazione lunghe, il vino viene successivamente affinato in barriques.
questa sera assaggiamo 2 annate di Ampelio, la 1996 e la 2007, entrambe prodotte e vinificate da Carlevaro. Recentemente l’azienda è stata acquistata dalla Chiodi Vini. Il produttore scrive sulla scheda tecnica che l’Ampelio ha una durata di 7/8 anni. Noi lo assaggiamo dopo 18 anni.
1996: al naso si presenta con note terziarie, eteree, lacche e smalti. Al palato poi presenta un certo disequilibrio con la sensazione prevalente di acidità. Al gusto si ha ancora la sensazione di note di frutta. Bisogna dire che rimane nel bicchiere, senza ‘cadere’. È ancora bevibile, non ci sono difetti evidenti, se non la sua età.
e poi lo assaggiamo dopo 7 anni:
2007: quest’annata 2007 ci delude un po’. Innanzitutto perchè è stata un’annata perfetta per le uve del Canton Ticino e poi perchè (diciamolo) è ancora giovane … le sensazione olfattive sono un po’ scomposte: all’inizio prevalgono le note di brodo e di resina, non molto piacevoli. Poi il vino si apre un po’ di più e in effetti escono sentori più gentili. Al palato si riscatta: è fresco, giustamente astringente, intenso, con un lungo finale in cui regala note di frutta rossa matura.
VINATTIERI 1997 – VINATTIERI TICINESI
un vino importante per un produttore importante. Un imprenditore, il sig. Zanini, che ha fatto la storia dei vini del Ticino. Merlot 100%, Le uve provengono dai vigneti dei ronchi di Ligornetto e Stabio. La selezione e la cura in vigna è molto attenta. La vendemmia è sempre tardiva. Quando tutti gli altri hanno quasi finito la raccolta ecco che qui si incomincia a lavorare! Le uve, selezionate grappolo per grappolo, sono disposte in cassette e lasciate ad appassire per circa un mese. Appena fatto il vino risulta molto concentrato, muscoloso, potente. Negli anni, poi, dovrebbe regalarci grandi emozioni. La bottiglia che abbiamo aperto questa sera si presenta con un naso tendente alle note terziarie, non completamente pulito. Escono note di distillato quasi torbate. Al palato invece sorprende la forza e la tenacia con la quale vuole ancora gridare tutta la sua vitalità: freschezza, gusto, sapidità, dolcezza, piacevolezza e un tannino ancora marcato. Di certo non c’è molta corrispondenza tra le sensazioni olfattive e le senzasioni gustative, ma possiamo dirlo che il vino è un velluto rosso. Dopo 17 anni mostra ancora forza e dignità.
ROVIO RISERVA 2003 – GIANFRANCO CHIESA – VINI ROVIO
il Rovio Riserva 2003 è un vino che spicca nella produzione di Gianfranco Chiesa, perchè, ci dice, è l’unica volta che è riuscito a fare un vino con 14% di alcol. In genere non è nella sua filosofia raggiungere gradi alcolici così elevati. Ma l’annata 2003 è stata davvero caratterizzata da un’ondata di caldo e siccità eccessivi. L’uva ha raggiunto presto, già a fine agosto, un livello di circa 90°Ocsle e molti viticoltori hanno iniziato la raccolta. Chiesa si è comunque reso conto che se da una parte l’uva conteneva un livello di zuccheri già alto, dall’altro non aveva ancora raggiunto la maturità fenolica. Perciò ha rischiato e ha ritardato la vendemmia, che ha iniziato poi verso metà settembre quando la maggior parte degli altri viticoltori avevano già terminato. Questa scelta lo ha premiato e questa sera ne abbiamo avuto la prova.
Merlot 100%, affinamento in barriques, IL VINO PIÙ BUONO DELLA SERATA! Al naso note di frutta matura, composta di ciliegie, leggera nota sottospirito, sentori di caffè, petali di fiori, intensità e complessità olfattiva. Gentilezza e generosità. Al palato è assolutamente equilibrato con buona freschezza, sapidità, gusto, persistenza, grande finezza ed eleganza. Finale lungo con sentori di frutta rossa matura e petali di rose. Un vino armonico!
SILENZIO 2003 – ROBY RIGONI – CANTINA MOTTO DELLA TORRE e SILENZIO 2004 – ROBY RIGONI
eccoci al secondo confronto della serata, le annate, in questo caso, sono vicine. Roberto Rigoni è un giovane piccolissimo produttore che ha scelto la strada della qualità: la sua cantina è piccola e i mezzi tecnologici sono pochi. Utilizza le vasche inox, ma non termoregolate, per esempio. Il vigneto è a Lumino. La cura del vigneto è molto attenta, così come la selezione in vigna: infatti viene lasciato un solo grappolo per pianta. Inoltre oramai da una decina di anni, proprio a partire dall’annata 2003, viene praticato il taglio del capofrutto, per accelerare l’appassimento in pianta dell’uva. Merlot 100%, circa 30 giorni di macerazione. affinamento in legno vecchio per 2 anni.
annata 2003: al naso presenta una certa ossidazione, con sentori di zolfo e gesso. Al palato c’è sapidità e mineralità. Molto astringente e persistente. C’è poca corrispondenza tra le sensazioni olfattive, che disturbano parecchio, e le sensazioni gustative, che danno l’idea di un vino strutturato con molta concentrazione e una sensazione di dolcezza finale. Roby ci racconta la sua vendemmia, quando proprio nel 2003 ha incominciato a fare i primi esperimenti del taglio del capofrutto, per accelerare l’appassimento in pianta. Era talmente entusiasta e curioso di provare questa tecnica, che l’ha fatto nonostante l’annata estremamente calda e siccitosa. Quando l’uva aveva raggiunto i 120°Ocsle, è stata raccolta per la vinificazione.
Le temperature erano talmente alte sia durante il giorno che durante la notte che Roby non riusciva a raffreddare la massa di mosto in fermentazione. Anche l’acqua che usciva dalla canna del rubinetto era calda. Una situazione ‘da cagarsi in mano’, cito il produttore, e spero di far sorridere anche voi.
annata 2004: assaggiamo poi anche l’annata 2004 che si presenta al naso con note intense di frutta rossa matura. Al palato risulta essere meravigliosamente equilibrato con sensazioni intense di sapidità e di mineralità. È caldo, persistente, concentrato, giustamente astringente. Davvero molto buono. Avevo assaggiato nel tempo un’annata giovane, che ricordo essere stata molto potente e aggressiva. Devo perciò fare un appunto e consigliare il SILENZIO per una beva più tardiva. Un vino che vuole uscire dalla tipicità del Merlot del Ticino, che vuole distinguersi per concentrazione, estratto, alcolicità, potenza. Un vino muscoloso in gioventù che sa essere anche gentile dopo alcuni anni di affinamento.
SASSARIENTE 2003 – MATASCI VINI
la scelta di portare in degustazione un Sassariente di 10 anni non è stata molto felice. Merlot della sponda destra del fiume Ticino, tra Gordola e Gerra Piano, ai piedi del Monte Sassariente. Fermentazione prolungata per vari giorni a temperature controllate.
Un vino semplice, che il produttore consiglia essere ‘adatto alla conservazione’. In verità ci troviamo di fronte ad un vino del 2003, 10 anni, con caratteristiche assolutamente stravolte, rispetto alle intenzioni iniziali. Lo si vede anche dalla foto che il vino si presenta di color marrone spento. Ha perso tutto: inespressivo in bocca, cattivo all’olfatto.
SIRIO 2006 – MATASCI VINI
ci riproviamo con un altro vino dell’azienda Matasci, il Sirio 2006. Il vino nasce proprio con l’annata 2006 e rappresenta il primo vino dell’azienda con affinamento in barriques. Tutti i vini di Matasci sono per filosolfia aziendale espressioni di grande piacevolezza, semplicità e leggerezza. La maggior parte delle uve sono conferite da viticoltori locali, vinificate in vasche di acciaio termocontrollate, affinate in acciaio e in bottiglia. Merlot 100%, vinificazione in acciaio, affinamento per 12 mesi in barriques nuove.
Questa sera lo assaggiamo come primo vino. Al naso si presenta con note leggermente terziarie, un po’ di goudron, caffè, e note floreali appena accennate. Al palato il vino è molto secco e austero. C’è un po’ di morbidezza, ma risulta comunque tutto spostato sulle caratteristiche di acidità. È abbastanza alcolico. Non è eccessivamente persistente e sul finale rimane il gusto dei fondi del caffè.
CARONTE 2005 – CORMANO VINI
ecco un altro vino che stasera ha sorpreso molto. È il vino della ‘svolta’ per Giuliano Cormano, quando finalmente dopo tante sperimentazione il produttore trova la tipologia di legno giusta per il suo vino. Merlot 90% e 10% tra Petit Verdot e Cabernet Sauvignon. Selezione delle uve e concentrazione del mosto tramite il metodo saignée. Al naso si presenta intenso, complesso, ricco, intrigante. Qualcuno di noi fatica addirittura a interpretarlo talmente è complesso.
Dopo diversi vini sempre fermi sulle stesse caratteristiche olfattive … eccone uno diverso. Al palato poi è pieno di gusto, di sapidità, di mineralità, di intensità. È equilibrato e persistente, con un lungo finale ricco di sentori di frutta matura appena appena dolce. Tannico. Davvero buono. Si crea una certa discussione sui tannini, che sono ben presenti e ancora leggermente aggressivi, di sicuro apporto della piccola percentuale di Petit Verdot e Cabernet Sauvignon. Io direi che sono adatti ad un buon abbinamento …
REDEGONDA 2005 – VINATTIERI TICINESI
merlot 100%, un vino espressione di un’unica vigna a Castel San Pietro, etichettato e pensato per l’alta gastronomia, come ‘elencato’ anche sulla retroetichetta. Purtroppo anche per questa bottiglia non troviamo una bella corrispondenza tra le sensazioni olfattive e le sensazioni gustative.
All’inizio, appena versato nel bicchiere, il vino presenta una certa riduzione, che fatica ad andar via. Note di caffè e di carrube. Una vena balsamica, frutta e composta di frutta, petali di fiori. Al palato c’è morbidezza, eleganza, equilibrio. È ancora molto vivo, con una bella carica alcolica. I tannini sono vellutati. Freschezza e sapidità. Insomma è molto buono da bere, ma disturbano le sensazioni di riduzione al naso. Si percepisce una certa ‘costruzione’ del vino.
AMOROSO 2007 – WEINGARTNER
merlot 100%, vigneto a Sessa, Malcantone, affinamento in barriques, è la prima produzione della cantina Weingartner, al naso note di caffè tostato e frutta matura intensa.
Al palato si percepisce una certa concentrazione. È molto persistente. Esprime una bella sapidità. Sul finale si sentono i tannini dolci e fini. Il vino continua ad evolversi nel bicchiere. C’è molto estratto e potenza. Dolcezza finale.
L’occasione di assaggiare annate un po’ lontano nel tempo va creata, proposta, COLTA e di sicuro riproposta anche negli anni a venire. Un’esperienza da non perdere mai per capire il nostro territorio e per capire i ‘nostri’ produttori.
Prosit
Vittoria Fagetti
25 Aprile 2014