“Per un Ticino più prospero”, edizione del 1962, è un piccolo volume scritto da Bernardo Caverzasio, che racconta l’attività parlamentare in favore dell’agricoltura ticinese durante i difficili anni ’40 e ’50, gli anni della 2da guerra mondale e del dopoguerra. L’esperienza personale dei lavori di miglioria apportati alla sua proprietà, il Colle degli Ulivi a Coldrerio, trasformato da roveto incolto a giardino e magnifico vigneto, diventa un esempio per il Cantone. “Siamo in pieno periodo bellico e l’agricoltura diventa di moda anche per chi ne aveva sino ad allora ignorata la vitale importanza. La chiusura ermetica delle frontiere induce la Svizzera alla autarchia nel campo economico e a ‘fare da se'”.
Dopo il lungo lavoro di conversione in azienda agricola, scrivevano così a proposito della Tenuta:
Antonio Galli diceva: “Ora è vigneto, giardino, orto, azienda organica di tipo lombardo-toscano, azienda ove l’utile si accompagna al bello, quasi all’artistico, dalla terra abbandonata, morta alla produzione agricola, è sorta la terra veramente viva, operante il miracolo di dare frutti copiosi, vari, di qualità eletta …”
Il consigliere federale Wahlen diceva: “Fu necessaria l’incrollabile fede, d’un calcolatore ottimista e bon patriota, nella forza della terra ticinese, per compiere l’opera che si presenta oggi agli sguardi del visitatore”….”Il Colle degli Ulivi compendia tutto un programma che indica la via da seguire, non soltanto nel Ticino, ma altresì in tutta la Svizzera”.
Angiolo Martignoni diceva: “dal Colle degli Ulivi sono sbanditi gli increduli, i timidi, gli scettici, i cinici, i trinciatori di sentenze, i risparmiatori a favore dell’economia di altri paesi, i prudentoni, gli accademici coi paraocchi, i fabbricatori di malafede: in una parola, tutte le male erbe che infestano anche questo meraviglioso Ticino”…”Il Colle degli Ulivi è un’oasi per gli uomini di buona fede, che hanno la sincera passione del paese, per i combattenti, per i costruttori, per i fracassatori di pregiudizi, per i dissodatori di cervelli, per gli uomini dall’anima ampia, che vedono in grande nel futuro e sono disposti a osservare e a pensare per chi non osserva e non pensa, a soffrire e lottare per chi non soffre e non lotta”.
Nel 1962 la Tenuta era tra le più grandi e più belle della Svizzera, con 280’000 metri quadrati di estensione, e produceva: 1’000 quintali di susine, 800/1’000 quintali tra pere, mele, ciliege, albicocche, pesche di qualità pregiate, 400/600 quintali di uve: Merlot, Malbec, Cabernet, Chasselas, Sauvignon e Sémillon, il vino prodotto si chiamava Collivo.
Qui di seguito riportiamo alcune fotografie d’epoca prese dal libello. A seguire alcune immagini di come appare oggi la tenuta.
Link Tenuta Colle degli Ulivi: qui