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Ticivino – recensioni vini del Ticino

CLOS de la COULéE de SERRANT – verticale 10 annate

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La Coulée de Serrant è una appellazione AOC che si estende su 7 ettari soltanto e si trova nella regione della Loira, di proprietà di solo produttore, il Clos de la Coulée de Serrant appunto. Proprietario viticoltore: Nicolas Joly. Le vigne di Chenin Blanc sono state piantate nel 1130 dai monaci cistercensi e da allora ogni anno sono state vendemmiate senza interruzioni. Dal 1130 al 2012, sono 882 vendemmie consecutive. Oggi le vigne hanno una età media tra i 35 e i 40 anni e le più vecchie arrivano anche fino a 80 anni. Densità di impianto: da 4800 a 6700 ceppi per ettaro. La resa media si aggira sui 20 / 25 ettolitri per ettaro (sui 40 autorizzati nel disciplinare). Suolo sottile, fondo scistoso e ricco di quarzo, molto drenante. Orientamento della vigna verso Sud – Sud Est. Agricoltura secondo i metodi della biodinamica, certificata a partire dal 1981.alt La vendemmia si prolunga per 3 e 4 settimane, periodo durante il quale si passa più volte, anche più di 5 volte, a raccogliere soltanto i grappoli maturi e pronti. I grappoli devono essere il più colorato possibile e possibilmente attaccati dalla botrytis. La vinificazione si svolge in botti da 500 litri, di cui solo il 5% nuove. altLa produzione media si attesta intorno alle 20 / 25’000 bottiglie. Vinificazione con uso di lieviti autoctoni. Affinamento per 6 / 8 mesi in legno. Leggera aggiunta di solfiti prima dell’imbottigliamento.

15 ottobre 2012: verticale delle seguenti annate: 1999, 1998, 1997, 1996, 1995, 1994, 1990, 1989, 1988, 1977.

Note di Degustazione: tutti i vini si presentano di color giallo ambrato, più (1999 e 1995) o meno intenso, con 2 eccezioni, la 1988 e la 1977 di color meno ambrato e più tendente al dorato. I colori sono brillanti, intensi, carichi. Fanno pensare a vini passiti e a vendemmie tardive. Ruotando il vino nel calice si nota una certa consistenza.

1999: Alcol 13.5 %. Al naso si colgono note dolci di miele, agrumi canditi, zafferano e note balsamiche. Al palato grande freschezza, mineralità, sapidità. È caldo e morbido.

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le bottiglie: 1977 1988 1989 1990 1994 1995 1996 1997 1998 1999

1998: Alcol 13.5%. Naso leggermente fumè, note di muschio, erbette, zafferano, agrumi canditi, tabacco, the al limone. Al palato è caldo con molte sensazioni dolci. Sapido, minerale.

1997: Alcol 14%. Al naso note tostate di caffè, leggero fumè, agrumi canditi, sidro di mele, leggermente pungente d’alcol. Al palato si ha una sensazione di dolcezza e di pastosità. È sapido e minerale. Abbastanza persistente.

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1996: Alcol 13.5%. Al naso note di sidro di mela, peperone giallo, un po’ chiuso. Al palato molta freschezza e sapidità e mineralità. È molto aspro, quasi acido.

1995: Alcol 13.5%. Al naso note di miele, agrumi dolci, zabaione, leggere note ossidative, distillato di mele. Al palato subito evidenti i caratteri ossidativi e un finale leggermente amarognolo.

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1994: Alcol 13.5%. Note balsamiche, di zafferano, di miele, sensazioni dolci. Al palato grande sapidità e mineralitä. Molta acidità. Sensazioni un po’ metalliche di acqua ruggine.

1990: Alcol 12.5%. Sembra chiuso, polveroso, un po’ di muffa, sughero. Difettato? Al palato poi escono sensazioni dure di forte salinità.

1989: Alcol 12.5%. Note di caffè, zafferano, sottospirito, distillato, leggermente marsalato, sembra un po’ avanti. Al palato è sapido, minerale, note di caramello, si sente soprattutto l’acidità. È molto caldo.

1988: Alcol 12.5%. All’inizio note di chiuso, un po’ di muffa, non è proprio pulito al naso. Al palato poi si sente quasi troppa acidità. Asciutto, secco, un po’ squilibrato sulle componenti dure. Mela verde, acerba, agrumi, aspro.

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1977: Alcol 12.5%. Note di zafferano, un po’ di muffa, sensazione lattica di crosta di formaggio. Sapidità e grande acidità.

 

Da questo primo giro si evince che il vino si presenta in maniera davvero non troppo equilibrata. All’inizio escono soprattutto i caratteri duri di acidità, di sapidità, di mineralità. In contrapposizione con più o meno alcolicità a seconda dell’annata. Insomma poca armonia e poco equilibrio. In alcuni casi ci troviamo anche di fronte a vini ancora chiusi, con leggeri sentori di muffa. Ci confrontiamo con piccoli difetti qua e la, leggere ossidazioni, che comunque non disturbano. Nessuna bottiglia è subito intensa. Nessuna bottiglia è perfetta. Dobbiamo aspettare. Dedicarci. Ci rendiamo conto che la complessità olfattiva si esprime nell’arco di ORE e che ogni componente del vino si aggiusta e si amalgama con le altre … lentamente, dopo ore che il vino è nel bicchiere. I vini incominciano ad esprimersi con più intensità, con maggior equilibrio, con maggior persistenza e si incomincia a intravedere un percorso verso un espressione di più eleganza. Un carattere abbastanza comune è la nota di zafferano, molto evidente soprattutto nel 1999 e presente in diverse altre bottiglie. Altri caratteri comuni sono la sensazione di dolcezza e la nota di distillato di mela.  I vini esaltano tutti il carattere minerale e sapido del terroir, esaltato dal vitigno, che non è di facile beva. Piû passa il tempo, più cambiano i vini … in meglio. Si percepisce più equilibrio, più persistenza, molta più complessità. E comincia il piacere della beva!

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Caratteristica principale all’olfatto: 1999 – zafferano, dolcezza; 1998 – agrumi; 1997 – note di caffè, canditi; 1996 – mela cotta, caramello; 1995 – distillato di mela; 1994 – agrumi canditi; 1990 – lattiginoso, tappo, difetto; 1989 – distillato di mela; 1988 – agrumi, liquirizia; 1977 – agrumi, confetto.

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Quanto sono interessanti queste degustazioni così attente, così approfondite! Mi piace ascoltare le parole di tutti i partecipanti, e cercare di avere un riscontro dei loro pensieri col vino che stiamo assaggiando. Siamo in 10, con 1 vino, declinato in 10 annate. I pareri sono tutti diversi e soprattutto contrastanti: è dolce! è secco! è maturo! è chiuso! non è pronto! è acido! è alcolico! non è il mio vino! non lo comprerei mai! ma non sentite che miele (è la voce di Marco), che morbidezza, che ampiezza, che meraviglia! Ma non vi rendete conto che siamo di fronte ad un vino BIANCO di 35 anni? (riferendosi al 1977) … datemene una cassa!

È proprio vero. Stiamo degustando un vino bianco francese del 1999, cioè con 13 anni sulle spalle e diverse annate antecedenti fino alla 1977 di ben 35 anni. Ragazzi (e ragazze) un vino BIANCO di 35 anni !!! Se me lo avessero servito alla cieca, non lo avrei davvero mai detto. Un colore stupendo, brillante, un vino ancora tanto generoso, interessante da sentire, interessante da bere.

Ma la biodinamica cosa fa in tutto questo? Cosa porta, come caratterizza il vino? Una prima risposta, io credo, risieda proprio in quell’aspetto di non prontezza e di non facile beva all’apertura della bottiglia. In genere noi comperiamo, apriamo, versiamo e diciamo quanto è buono e intenso e bello questo o quel vino. Ma in questo caso non lo abbiamo detto. E sapendo di trovarci comunque di fronte ad un vino importante, ci siamo costretti a dire che di sicuro non è un vino facile. La Coulèe de Serrant richiede molte ore prima di essere apprezzata e quando le si dedica tutto il tempo ecco che la si esalta perfino. Dopo 4 ore nel bicchiere i vini incominciano ad armonizzarsi stupendamente.

La seconda risposta, io affermo, la si ha il giorno dopo. Dopo averne bevuta praticamente una bottiglia la sera prima, e aver dormito soltanto 5 ore durante la notte, ecco che ci si sveglia in perfetto stato fisico e mentale, senza cerchi alla testa. Pronti per una nuova giornata di lavoro e di degustazioni!

Vittoria Fagetti

15 ottobre 2012

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