L’azienda Fawino nasce nel 2012 dalla volontà, la determinazione e la passione di Simone Favini e Claudio Widmer. Dopo aver frequentato la scuola di enologia di Changins nel Canton Vaud e aver lavorato per differenti produttori di vino del Ticino, decidono di intraprendere questa avventura in proprio. All’inizio gestivano solo 1 ettaro e mezzo per una produzione annua di meno di 8’000 bottiglie. Oggi sono arrivati a produrre circa 30mila bottiglie all’anno, e insieme riescono a gestire tutti i processi produttivi, in vigna, in cantina e la vendita. L’inizio è stato abbastanza difficile, ci raccontano, perché hanno incominciato da zero, senza una famiglia alle spalle che aveva già intrapreso questa strada. Per questo giubileo, hanno organizzato una bella e interessante degustazione con 10 annate dei loro 3 vini rossi: il Cantastorie, il Meride e il Musa.
Cantastorie, Merlot 100%, vinificazione e affinamento in acciaio. Fino all’annata 2017 le uve provengono interamente dal vigneto di Salorino, poi con l’annata 2018 si aggiungono le uve del vigneto di Tremona. Possiamo dire che dall’annata 2018 il Cantastorie diventa il vino delle 2 Montagne: Monte Generoso e Monte San Giorgio. Con questa etichetta Claudio e Simone non cercano la potenza del vino, bensì la freschezza e la piacevolezza. Nelle 10 annate che andremo a degustare, si sente sempre uno stile lineare in cui la freschezza del vino viene esaltata. Un vino che invoglia alla beva. Nei primi anni si trova più acidità e alcolicità, caratteristiche che a Simone e Claudio piacevano molto. In seguito hanno voluto provare a rendere il vino un po’ più rotondo e hanno voluto anche migliorare la qualità, riducendo le rese in vigna. Nelle ultime annate si percepisce un salto di qualità e di gusto con più complessità e intensità. Si percepisce molto bene il cammino e il percorso di crescita. Le prime annate, dal 2011 al 2014/2015, si presentano più austere, le ultime annate, dal 2016 al 2020, si presentano nel bicchiere con più equilibrio, più eleganza, più complessità e intensità, più piacevolezza e anche una leggera dolcezza. La ricerca della qualità e l’attenzione in vigna portano a raccogliere uva sana e matura, materia prima per ottenere vini di ottimo livello. Il Cantastorie è sicuramente il vino di più facile beva rispetto alle riserve che seguiranno, il vino d’ingresso, il biglietto da visita, se vogliamo, e ben ci dimostra il percorso di crescita che Simone e Claudio hanno fatto insieme.
Appunti di degustazione del Cantastorie 2011: il vino si presenta nel bicchiere leggermente ancora chiuso al naso, pochi profumi. In bocca molta freschezza e una leggera nota acidula. La bottiglia ha tenuto molto bene, il tannino è ancora presente e ben integrato. 2012: al naso note abbastanza evolute, in bocca una bella freschezza marcata. Un’altra bottiglia che ha tenuto bene e che regala ancora una bella piacevolezza. 2013: al naso note di frutta. Purtroppo alcune bottiglie presentavano difetto di tappo. 2014: sensazione di freschezza e mineralità che si ritrova anche al palato. Note di frutta rossa come il ribes e i lamponi. Equilibrato, sorprende se pensiamo all’annata non felice. 2015: note fruttate e floreali. Qui c’è più dolcezza, è più ricco di corpo, abbastanza tannico. Piacevole, buono. 2016: note di freschezza e mineralità, leggera frutta, tannino presente ma non invadente, discreto. Più si apre nel bicchiere e più migliora. Si percepisce una continuità con le annate precedenti, ma qui si ha un vino che ha raggiunto la giusta maturità. È la bottiglia aperta al momento giusto. 2017: note di frutta subito presenti, poi note floreali. Un’annata più calda, il vino è già aperto, pronto, buono, invitante, più selvaggio rispetto all’annata precedente, con più evoluzione e leggera ossidazione. 2018: note di frutta e di spezie. In questa bottiglia si sente più complessità e più intensità, quasi un cambio di marcia, in positivo. È balsamico e si percepisce una sensazione di dolcezza al palato. Pronto da bere. 2019: note di frutta e di spezie, equilibrio, freschezza, complessità, più persistenza, più piacevolezza. 2020: note di frutta e spezie, Continua lo stile dal 2018 a oggi e sembra che in queste ultime 3 annate ci sia un passaggio in legno usato. Annata sicuramente ancora giovane.
Meride. Merlot 100% proveniente dal vigneto in località Meride sul Monte San Giorgio. Affinamento per 12 mesi in botti di quercia Svizzera da 500 litri, 1/3 nuove, 2/3 di secondo e terzo passaggio. Rese ancora più basse rispetto al Cantastorie. Un vino con un carattere più minerale e più espressivo del territorio da cui nasce, il Monte San Giorgio, appunto. Anche in questo caso la degustazione verticale mette in risalto il percorso evolutivo di crescita dei due produttori. Decidere insieme la strada da percorrere e concordare su tutti gli aspetti che riguardano la produzione del vino, dalle decisioni da prendere in vigna a quelle in cantina, non è sempre facile ed evidente. Ma Simone e Claudio dimostrano di avere una visione e una filosofia simili. Ciò si riflette in positivo nel loro vino. Il Meride è davvero un vino Svizzero, Ticinese, legato al territorio e legato alla sua Montagna.
Appunti di degustazione del Meride 2011 note di evoluzione, già terziarie con la sensazione di caffè e cacao, leggermente balsamico. Al palato importante nota minerale accompagnata da una freschezza prevaricante. 2013 purtroppo non si riesce a valutare per il difetto di tappo che si palesa. 2014 frutta e spezie. Al palato equilibrato. Bottiglia aperta al momento giusto. Succoso, elegante, delicato. Importante impronta minerale e sapida. 2015 in questa bottiglia ancora più note di frutta e spezie. Alla beva è sicuramente un vino più completo rispetto al ’14. Elegante, equilibrato, pieno, succoso, intenso. 2016 note minerali e note speziate. In bocca esplode per gusto, sapidità, mineralità, in bell’equilibrio con la morbidezza e un tannino ben integrato. 2017 note minerali e note speziate. Si percepisce una leggera ossidazione e leggera sensazione amarognola sul finale. 2018 note minerali, note di frutta rossa dolce e matura, spezie dolci. In bocca è molto espressivo, intenso, colpisce e stupisce. A mio avviso il più buono di questo ‘volo’. 2019 note minerali, frutta rossa matura e dolce, spezie dolci. Abbastanza intenso e più delicato rispetto al ’18. 2020 ultima annata in commercio. Sensazione di maggiore frutta, spezie e dolcezza. Intenso con tannini già morbidi.
Musa. Merlot 100% da ceppi vecchi di oltre 35 anni nel vigneto di Salorino. Affinamento in barrique di rovere francese, nuove al 75%. Con questo vino Simone e Claudio vogliono osare un po’ di più e fare un vino un po’ più ricco di succo e di sostanza. Ci riescono, ma senza strafare e senza esagerare, bensì con eleganza e delicatezza.
Appunti di degustazione del Musa 2010 note di caffè, in bocca sensazione di acidità marcata, una bottiglia che ha corso un po’ troppo. 2012 note minerali, leggera speziatura, freschezza marcata, sapidità, mineralità, manca un po’ di morbidezza. 2013 note minerali e leggere spezie. Quest’annata incomincia ad evidenziare un vino di livello superiore rispetto al Meride e al Cantastorie. Qui c’è maggior potenza, soprattutto al palato, più persistenza, più equilibrio. 2014 note minerali, leggera speziatura. Al palato risulta fresco con una sensazione di dolcezza importante. Meno persistente rispetto al ’13. 2015 note floreali e fruttate. Freschezza e mineralità in bell’equilibrio con sensazioni di morbidezza, caldo, persistente, sul finale note di frutta rossa matura. 2016 note floreali e fruttate. Maggior dolcezza, maggiore speziatura. 2017 note floreali e fruttate. Sensazione di dolcezza con note di spezie e una punta di cuoio. 2018 note floreali e fruttate. Più rotondità, più equilibrio, più espressione minerale, sapido, molto persistente. 2019 note floreali e fruttate, di cacao, di spezie, minerale, sapido, tannico, persistente. Queste ultime 5 annate dal 2015 al 2019 sono ‘volate’ in fila con molta continuità.
in conclusione Cantastorie, Meride e Musa rappresentano 3 interpretazioni di Merlot che esprimono i diversi vigneti e i differenti terroir delle 2 Montagne da cui nascono. Sono vini che si esprimono più alla beva, piuttosto che all’olfatto. Nonostante Simone e Claudio sono 2 persone diverse e 2 enologi differenti, insieme, condividono un unico stile e un’unica filosofia. Durante la degustazione delle 10 annate, ben emergono questi fattori e i loro vini dimostrano una crescita comune.
Cari Claudio e Simone, vi ringrazio per avermi dato l’opportunità di partecipare a questa degustazione. Vi seguo dall’inizio e dopo aver assaggiato tutte le annate in verticale una dopo l’altra, confermo l’opinione che ho sempre avuto dei vostri vini: sono buoni, sono sempre più buoni!
Prosit,
degustazione del 13 marzo 2022