Avevo poco più di ventanni quando, nell’estate del 1990, ho vissuto l’avventura della Spagna, per le strade, sulle spiagge, nei campeggi, un sogno di libertà e divertimento. Girovagare, zizzagando, per la Catalogna, l’Andalusia, la Castiglia y Leon fin su nella Galizia Verde. Un mese di caldo torrido a sud, freddo sull’altopiano centrale e pioggia e nebbia a Capo Finisterre (la fine del mondo)! Con questi ricordi nel cuore, questa sera mi avventuro in un viaggio esplorativo di alcuni vini spagnoli, nati proprio in quell’estate pazzesca di avventure e passioni. Vini con sensazioni olfattive molto particolari e intriganti, dal carattere forte e di grande struttura. Poco fruttati e poco floreali, ma con note legate ai sentori della terra, al muschio e al sottobosco. Vini che si aprono nel corso della serata, migliorano, cambiano, respirano. La degustazione è condotta alla cieca, con le bottiglie tutte coperte. Il primo vino che assaggiamo è il Torre Muga Reserva 1991, Rioja. Il produttore è la Bodegas Muga fondata nel 1932. Il vino nasce da uve Tempranillo 75%, Mazuelo 15%, Graciano 10%. Affinamento per 22 mesi in grandi botti di quercia e 16 mesi in barriques di rovere francese nuove. Imbottigliato nel 1995. Bottiglie prodotte: 35 mila. Alcol 12.5%. Nel bicchiere il colore del vino è abbastanza ossidato e un po’ torbido, non invoglia, ma poi alla beva si rivela molto intrigante. Al naso sensazioni di frutta e di agrumi, di pompelmo e di scorza candita di bergamotto. Note di china, intense. Frutta surmatura, marmellata di prugne, leggera vaniglia, tamarindo. In bocca è molto fresco, sapido, un po’ metallico, già in fase leggermente calante. Versiamo quindi anche il secondo vino, il Prado Enea Gran Reserva 1989, Rioja, Il produttore è ancora Muga. Alcol 12.5%. Di questo vino ne abbiamo degustate due bottiglie. La prima bottiglia aperta aveva un tappo molto brutto e rovinato. La seconda bottiglia aveva invece un tappo perfetto. È stato interessante il confronto, alla cieca. Non sapevamo infatti di degustare lo stesso vino. Abbiamo riscontrato una caratteristica comune, ma abbiamo pensato comunque a due vini diversi. La prima bottiglia, quella con il tappo rovinato, si è rivelata nel corso della serata, la migliore con un attacco sapido e molto minerale, un carattere fresco e fruttato, persistente, emozionante con note di nespole mature al naso. La seconda bottiglia è rimasta ferma su note metalliche sia all’olfatto che alla beva, carattere che ha penalizzato la piacevolezza complessiva del vino. Buona la prima! Il terzo vino versato è stato il Pedrosa Tinto Reserva 1994, Ribera del Duero, Il produttore è la Bodegas Pérez Pascuas nata nel 1980, oggi produce circa 78 mila bottiglie all’anno. Alcol 13%. Sensazioni olfattive di caffè tostato, gusci di noce, tamarindo. Molto intenso in bocca con tanta sapidità e mineralità. Persistente. Il quarto vino versato è stato l’Unico 1990, Ribera del Duero, Il produttore è Vega-Sicilia, una Bodegas fondata nel 1864. Alcol 13.5%. Nasce da uve Tempranillo in prevalenza con Cabernet Sauvignon. Il vino si è rivelato al naso con intense note tostate di caffè e cacao, seguite da note balsamiche di eucalipo. Sensazioni di terra, muschio, e leggera speziatura in continua evoluzione. In bocca è sapido, molto minerale, caldo con dei tannini di seta. Non ci porta sulla strada della piacevolezza e della dolcezza, ma su sensazioni di finezza e potenza. Un vino in salita, muscoloso, in tensione ma anche in grande equilibrio. Tra tutti è stato riconosciuto come il più grande! Il quinto vino servito è stato la Gran Reserva 1991 della Bodegas Pérez Pascuas, Ribera del Duero. Alcol 13%. Intenso, erbaceo, note mentolate, naso elegante, fiori, petali di viola appassita, caffè, liquirizia, tabacco, leggere note animali. Al palato c’è tanta mineralità, sapidità, intensità, equilibrio, persistenza. Il più elegante, con un tocco di modernità e piacevolezza. Questi vini spagnoli mi sono sembrati vini sanguigni e autentici, rispettosi del terroir e delle tradizioni. Vini con sensazioni olfattive molto particolari e intriganti, dal carattere forte e di grande struttura. Poco fruttati e poco floreali, ma con note legate ai sentori della terra, al muschio e al sottobosco.
Prosit,
Vittoria Fagetti
febbraio 2016
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