Tra le cose importanti che davvero contano nella vita di una persona appassionata di vino, sono di sicuro gli amici, di quelli ancora più appassionati che amano condividere le rarità preziose collezionate negli anni. Succede, quindi, di avere l’occasione di assaggiare vini straordinari, tra i più buoni al mondo, vintage conservati in maniera ottimale: vini eccezionalmente equilibrati, mai troppo alcolici, mai troppo potenti, mai troppo concentrati, sempre giovani, freschi, minerali, sapidi, eleganti e persistenti. Molti vini della Borgogna, sia bianchi che rossi, sono così!
Questa sera abbiamo assaggiato:
- Batard-Montrachet, Grand Cru, Gagnard Delagrange, 1986
- Le Montrachet, Grand Cru, Gagnard Delagrange, 1986
- Grands-Echezeaux, Grand Cru, Joseph Drouhin, 1995
- Grands-Echezeaux, Grand Cru, Mongeard Mugneret, 1994
- Bonnes Mares, Grand Cru, Jacques-Frédèric Mugnier, 1988
- Musigny Vieilles Vignes, Grand Cru, Jacques-Frédéric Mugnier, 1986
Iniziamo con il Batard-Montrachet: è penetrante, all’olfatto, con note di idrocarburi e pietra focaia, frutta matura, miele, erbe officinali, soprattutto salvia, alloro, pepe bianco. I sentori terziari sono molto intensi e si confondono con note secondarie di fiori e frutti. al palato è secco, caldo, persistente, profondo ma anche gentile con un retrogusto gentile e quasi dolce di miele. Molta freschezza, molta sapidità e una componente minerale accentuata. È grasso e burroso. Siamo stupiti, intrigati, silenziosi!
Passiamo dunque al secondo vino bianco della serata: Le Montrachet. All’olfatto le note di idrocarburi sono molto evidenti, ma più gentili e mascherate rispetto al Batard. Note di burro, nocciole, olive verdi, note floreali di tarassaco, calendula, lavanda, note minerali di terra. È ancora più burroso e cremoso rispetto al primo vino. C’è più potenza, più sostanza, più corpo. Si sente che è un vino ancora ‘in corsa’, ancora indubbiamente in salita! C’è dolcezza e un’evidente e incredibile complessità.
Entrambi i vini sono belle ed entuasiasmanti espressioni del terroir da cui nascono. Batard-Montrachet è sicuramente in una fase ‘più calante’ rispetto a Le Montrachet che invece è ancora tutto proteso verso l’alto. Il confronto, ovviamente, penalizza leggermente il primo vino, entrambi con 28 anni sulle spalle! Straordinari vini, equilibrati e armonici. Esprimono dolcezza, morbidezza, note minerali e terziarie di idrocarburi e pietra focaia, forte sapidità, insistente mineralità. Grande freschezza del Montrachet, che a fine serata sembra quasi ‘citrica’, mostrando il suo lato più ‘giovane’. Sono due vini che mantengono la loro forza e il loro vigore anche dopo ore che sono nel bicchiere e che superano i rossi per intensità, forza, potenza, e persistenza!
Grands-Echezeaux, Grand Cru, Joseph Drouhin, 1995: note molto minerali al naso, con sentori di muschio e di terra, note fruttate di crema di fragole. Al palato l’attacco è di grande freschezza. C’è ancora molta acidità. È morbido ed equilibrato. Tannino elegante e presente. È persistente con un finale di frutta rossa, fragole e lamponi. Escono nel tempo le note e le sensazioni più dolci e più morbide. È un vino elegante, gentile con una forte componente di sapidità e di mineralità. Sembra quasi di percepire uno stile più femminile e più gentile rispetto agli altri vini della serata. Del resto La Maison Drouhin ha da sempre sostenuto e mantenuto una presenza femminile a capo del laboratorio di enologia, prima con Laurence Jobard, in assoluto la prima donna enologo in Borgogna, sostituita nel 2005 da Véronique Drouhin. A fine serata, però, si avrà la sensazione di un vino un po’ fermo su continue note di cacao al latte e frutti rossi dolci e il confronto con gli altri vini sarà abbastanza determinante.
Grands-Echezeaux, Grand Cru, Mongeard Mugneret, 1994: naso chiuso e muffoso: tappo!
Bonnes Mares, Grand Cru, Jacques-Frédèric Mugnier, 1988: vino di grande complessità olfattiva in continua evoluzione: note di erbe aromatiche, soprattutto salvia e rosmarino; note balsamiche di resina e menta; sentori di liquirizia, legno; sentori di frutta rossa, fragoline, lamponi, ribes; foglia di tabacco… è minerale, sapido, fresco, tannico,
soprattutto equilibrato e armonico. Il vino ha 26 anni! è ancora molto persisten
te con un finale pulito con sentori di frutta rossa. Austero e Minerale.
Musigny Vieilles Vignes, Grand Cru, Jacques-Frédéric Mugnier, 1986: dopo 28 anni siamo di fronte ad un vino in splendida forma, con splendidi profumi, grande vivacità, potenza, intensità. al naso si ha come l’impressione di un’esplosione di profumi: sorprendenti note fruttate e floreali, gentili e dolci, in continua evoluzione. Il calice continua a regalarci profumi diversi anche dopo ore che il vino è stato versato. Anche qui erbe aromatiche, salvia, alloro, timo, lavanda; note balsamiche, eucaliptus, pino, resina, tamarindo; note minerali; note speziate; non finiscono mai, cambiano sempre … qualcuno dice che si fa prima a dire quello che non c’è! al palato è soprattutto minerale, fresco, con un tannino perfetto. Di grande lunghezza e persistenza. Straordinario, sorprendente, elegante, molto fine. Sul finale ancora in abbondanza note di piccoli frutti rossi dolci. Sembra giovanissimo.
un grazie affettuoso agli amici,
Vittoria Fagetti
15 settembre 2014