giovedì, Marzo 28, 2024
Ticivino – recensioni vini del Ticino

IL PINOT NERO in Francia, in Italia e nel Mondo

Serata di degustazione del Pinot nero in Italia, in Francia e nel mondo. che abbiamo assaggiato in ‘forme’ diverse: in forma di Spumante Metodo Classico in versione Blanc des Noirs con i vini dell’Oltrepò Pavese di Alessio Brandolini e dell’azienda Monsupello. In forma di Spumante Metodo Classico in versione Rosè con i vini di Casa Caterina in Franciacorta, Alessio Brandolini e Monsupello nell’Oltrepò Pavese (tutti e tre i produttori erano presenti alla degustazione!). In forma, davvero in forma, di Vino Rosso con 10 esempi di vini prodotti in Francia, in Italia, in Svizzera e in Nuova Zelanda. Questi sono stati tutti assaggiati alla cieca. L’esperienza è stata straordinaria. Il confronto tra i produttori è stato istruttivo. Abbiamo cercato di capire le provenienze, di capire le differenze. Alcuni di questi vini sono stati prodotti seguendo i principi del biologico e della biodinamica. Abbiamo cercato, quindi, di capire anche questi prodotti. E non ne siamo stati delusi!

Voglio raccontare questa serata dall’inizio parlandovi di un produttore italiano che vive a Monticelli Brusati, in Franciacorta. Produce vini straordinari e si chiama AURELIO DEL BONO. La sua azienda si chiama CASA CATERINA. Aurelio e suo fratello Emilio producono circa 30’000 bottiglie all’anno con circa 10 ettari di vigneto in cui coltivano un vasto ventaglio di vitigni a bacca bianca e a bacca rossa. Ho conosciuto Aurelio qualche anno fa, quando ricevetti in regalo da un amico una bottiglia del suo Pinot Nero 2000 vinificato in rosso. Dopo averla assaggiata sono stata davvero stupita ed entusiasta di questo vino e ho cercato il produttore. Oggi lo abbiamo invitato a questa nostra degustazione che ho organizzato insieme a Rosario di Battista proprio nel suo ristorante, l’Osteria Borgonuovo a Camnago Faloppio, in provincia di Como. Aurelio ci ha portato, per cominciare, quattro spumanti METODO CLASSICO nature! La filosofia naturalista di Aurelio incomincia

dal rispetto della vigna, dal rispetto della pianta, dal rispetto della terra. Il vino va ascoltato, così come va ascoltata la vigna, la pianta, la terra. Non vengono usati prodotti chimici mai in nessun momento dalla terra, dalla vite al vino. In merito alla solforosa, Aurelio dichiara di usarne 5 mg/lt durante la vinificazione. Una quantità così minima, che dopo qualche anno di affinamento, essa non c’è più. I suoi vini sono senza solforosa.

La magia della bollicina è nel contatto dei lieviti con il vino. Più è lungo, più la magia è magica. Per Aurelio il minimo per avere un prodotto abbastanza complesso è 5 anni. La sua cuvèe base è appunto la CUVÈE 60, che andiamo subito a degustare.

I colori sono stupendi per tutti e 4 gli spumanti. Brillanti e diversi uno dal’altro. Un giallo paglierino carico della cuvée 60 al giallo quasi dorato della cuvée expezial 2000, passando per i due rosati, con toni più aranciati per il Pinot Nero a sinistra e toni più rosa chiaretto per il Pinot Meunieur. I profumi sono tutti molto fini ed eleganti. Intensi. Note di mela matura per la cuvée 60; di melograno e petali di rosa per il Pinot Nero 2004;  di ciliegia e amarena per il Pinot Meunieur 2002; di mela cotogna per la cuvée expezial 2000. Vini diversi ma una complessitä in aumento da un bicchiere all’altro. Da bere sono vini che fanno sognare. La bollicina è cremosa e persistente. L’attacco dei vini è in generale abbastanza delicato e lento per poi sfociare in un gusto talmente armonioso e complesso da ESPLODERE in lunghezza e persistenza e freschezza e mineralità ed equilibrio e armonia e gusto e piacere … A volte, tra un sorso e l’altro, penso che sono vini un po’ difficili, da capire, da abbinare nella maniera giusta. Aurelio ci racconta che da anni lui e suo fratello Emilio hanno deciso di uscire dal consorzio della Franciacorta. Non amano i prodotti commerciali, non amano i vini ‘dosati’, non accettano vini rosati nati dall’assemblaggio di vini bianchi con vini rosa. E mi fermo qui. Beviamo!

CUVÈE 60 NATURE 2007
BLANC DES BLANCS DA UVE CHARDONNAY
10’000 bottiglie prodotte
Sosta sui lieviti: dal 5 marzo 2008 a marzo 2013: 5 anni

ROSÈ CLASSIC 2004 NATURE
PINOT NOIR 100%
5’000 bottiglie prodotte

ROSÈ ANTIQUE 2002 NATURE
PINOT MEUNIUER 100%
5’000 bottiglie prodotte

CUVÈE EXPEZIAL 2000 NATURE
PINOT BLANC 91% e PINOT GRIS 9%
500 bottiglie prodotte

Dopo questa lunga e abbondante introduzione, passiamo alla degustazione alla cieca dei Pinot Nero vinificati in rosso. Sono 10 vini diversi che ho suddiviso in due serie da 5.

LA PRIMA SERIE CON 5 PINOT NERO:

PENDICI DEL BALDO, PINOT NERO, TRENTINO DOC 2009
CANTINA SOCIALE COLLI ZUGNA
ITALIA

Il vigneto di Pinot Nero alle pendici del Monte Baldo si trova a 500 mt di altitudine circa. È coltivato a gradoni tipici delle zone di montagna.

Affinamento in barriques per 15 mesi

Note di degustazione: al naso è fruttato con sentori che ricordano la ciliegia. Al palato è minerale, sapido, fresco, abbastanza tannico, morbido, piacevole, moderno. Nel finale ritornano le note fruttate di ciliegia.

CLOUDY BAY MARLBOROUGH PINOT NOIR 2009
NUOVA ZELANDA

Le uve provengono dalla zona più a Sud di Wairau Valley
La raccolta è iniziata il 27 marzo ed è continuata fino al 15 aprile
L’uva era di eccellente qualità
la fermentazione in tini di acciaio è iniziata naturalmente, con lieviti naturali
3 settimane di macerazione sulle bucce
travaso in barriques di rovere francese
affinamento per un anno in barriques
imbottigliamento a giugno 2010
alcol: 14.1%

Note di degustazione: questo è il vino che subito, più di tutti gli altri, ci cattura i sensi per quella sua perfezione e prontezza. È il vino perfetto da wine bar e ristorante, perchè lo apriamo e non dobbiamo aspettare neanche un secondo per godercelo. È da subito pronto e buonissimo con le sue note dolci di vaniglia e di frutta rossa. Al palato c’è molta sapidità e molta mineralità. Freschezza. Un tannino giusto, che asciuga ma con eleganza. Persistenza, intensità, complessità. Uno stile francese ‘all’estero’ che si fa subito riconoscere! Dolcezza e sempre maggior dolcezza!

Bisogna anche dire che poi nel tempo è il vino che più perde restando abbastanza rigido e lineare nella sua espressione. Non cambia nel tempo, è sempre lo stesso dall’inizio alla fine. In contrapposizione agli altri vini che timidi all’inizio migliorano sempre di più nel bicchiere, e con l’ossigenarsi si aprono e cambiano, dimostrando più personalità.

JOSEPH DROUHIN CHAMBOLLE-MUSIGNY 2009
FRANCIA

Nel 1880 Joseph Drouhin, all’età di 22 anni, inizia il commercio di vini locali a Beaune. Fu poi suo figlio Maurice che acquistò i primi vigneti per produrre il vino col loro nome. Le prime proprietà Drouhin sono Clos de Mouches e Clos de Vougeot. Nel 1957 succede in azienda il figlio Robert che imposta il domaine così come è adesso, con le dimensioni attuali: 73 ettari di vigneti a Chablis, Côte de Nuits, Côte de Beaune, Côte Chalonnaise. Nel loro sito internet si trovano molte informazioni, in particolare nella sezione riferita alla viticoltura, si dice che l’azienda ha scelto l’approccio organico, cioè bio e biodinamico. Il loro credo è ‘risposte naturali a problemi naturali’.

Chambolle Musigny è una proprietà di 0.25 ha, le vigne hanno circa 20 anni, coltivate seguendo i principi del biologico dal 1990 e convertiti alla biodinamica pochi anni dopo.
densità di impianto da 10’000 a 12’500 ceppi x ha
fermentazione con lieviti indigeni
macerazione da 2 a 3 settimane
affinamento in legno di quercia francese da 14 a 18 mesi, di cui solo il 20% nuovo

Note di degustazione: un vino un po’ chiuso all’inizio appena aperto e soprattutto assaggiato dopo quello neozelandese. Ma poi aspettiamo 15/20 minuti e ci accorgiamo della finezza e dell’eleganza di questo vino straordinario, che sorprende molti, direi! Note di frutta matura che ricordano il mirtillo e la mora, insieme con note speziate sempre in evoluzione. Al palato molta mineralità, sapidità, freschezza, lunghezza, persistenza. Una complessità che continua a salire di intensità. Un corpo e una struttura molto aristocratica, elegante, raffinata. Bella personalità.

ANNE-MARIE E PHILIPPE NADDEF – FIXIN 2009
FRANCIA

Il domaine possiede 6 ettari di vigna all’estremo Nord della Côte de Nuits. Di questi 0.7 ha sono coltivati a Chardonnay e 5.3 ha sono coltivati a Pinot Noir. Sono suddivisi in 33 parcelle e producono 12 appellazioni.
In vigna non usano erbicidi ne prodotti chimici
A Fixin hanno circa 1 ettaro
macerazione a freddo per 8/10 giorni seguita dalla fermentazione alcolica per altri 15 giorni
affinamento in legno, di cui solo una piccola parte nuovo

Note di degustazione: belle note fruttate e speziate. Un altro vino che acquista nel tempo sempre maggior complessità. Anche questa bottiglia si esprime con mineralità, freschezza, sapidità, austerità. Un finale leggermente amaro, asciutto, un po’ legnoso. Un vino che dovrebbe essere bevuto tra qualche anno, ma che ci racconta un po’ di Francia. Appassionante la sua riconoscibilità territoriale, soprattutto nell’espressione di struttura aristocratica e austera. Asciutto.

PARASCHOS PINOT NOIR 2005
IGT VENEZIA GIULIA  –  ITALIA
Azienda fondata nel 1998 dal greco Evangelos Paraschos a San Floriano del Collio, Gorizia.

In vigna non vengono usati concimi chimici, diserbanti, antiparassitari nocivi, ecc. I vigneti sono tutti inerbiti, il terreno viene mosso solo d’inverno se necessario. Le concimazioni avvengono saltuariamente ed esclusivamente con letame animale appropriatamente stagionato. Seguono i principi della bioninamica e dal 2003 anche in cantina non viene usato più alcun prodotto chimico.

Non c’è aggiunta di solfiti.

L’uva, sana e matura, viene privata dei raspi e lasciata a macerare con le bucce in tini aperti, senza il controllo della temperatura e senza l’aggiunta di anidride solforosa. La fermentazione avviene spontaneamente, senza l’inoculo di lieviti selezionati esterni. Segue un lungo affinamento in botti di rovere grandi sui propri lieviti.

Sono riusci a selezionare un ceppo di lieviti indigeni che di anno in anno differenziano i loro vini rendendoli riconoscibili e unici.

Note di degustazione: questo è un vino che possiamo definire ‘difficile’. Entrambe le due bottiglie che abbiamo aperto in questa degustazione presentavano note di lacche e smalti. All’inizio un po’ fastidiose. Facendo roteare il bicchiere, agitando e ossigenando molto, ecco che a momenti queste note strane andavano via, per poi ritornare se il bicchiere non veniva agitato. A tratti uscivano anche note ‘acetiche’ … insomma ‘difficile’ cioè un vino che all’inizio si mostra pieno di difetti. Chi lo conosce dice che è così, che i difetti, poi, vanno via, magari il giorno dopo. Questo è un po’ il cruccio di alcuni vini ‘naturali’. Sono vini da acquistare, mettere da parte, ogni tanto aprire qualche bottiglia e lasciarla li in cucina aperta per ore e ore. Nel frattempo che si ossigena e vien fuori un po’ di piacevolezza e bontà, (si consiglia) di avere di scorta qualche bottiglia di Pino Nero magari anche della Nuova Zelanda … un successo garantito SUBITO!!!

LA SECONDA SERIE CON ALTRI 5 PINOT NERO:

PRAEPOSITUS PINOT NERO RISERVA 2009
ABBAZIA DI NOVACELLA ALTO ADIGE – ITALIA
altitudine: 350 mt s.l.m.
macerazione con le bucce per circa 15 giorni
affinamento in barriques per 18 mesi (2/3 usate e 1/3 nuove)
lieviti utilizzati: naturali

Note di degustazione: al naso note speziate dolci di frutta che ricorda il mirtillo. Note di cacao, ciocciolato. Molta dolcezza. Al palato c’è molta mineralità in evidenza e una sapidità quasi piccante. Freschezza. Un vino elegante, piacevole, buono, che da subito presenta una buona complessità e piacevolezza, che si arricchiscono man mano che il vino si ossigena nel bicchiere. Un carattere di dolcezza evidente che ci fa pensare all’Alto Adige.


SEBINO PINOT NERO IGT 2009
COLOMBAIA GIULÏIE
CASA CATERINA, MONTICELLI BRUSATI – ITALIA
BOTTIGLIA N°6 e N°10

Note di degustazione: Poter assaggiare il Pinot Nero di Casa Caterina per una seconda e una terza volta ancora, è ancora un’emozione straordinaria. Un vino di certo non pronto, chiuso, che a momenti esprime note polverose di cartone e a momenti note fruttate che rievocano certe fragole mature e buone, note balsamiche, note anche di leggero goudron. Da bere poi è ancora meglio. C’è freschezza, mineralità, sapidità, persistenza. Un vino che raggiungerà finezza, eleganza e splendore tra qualche anno, forse 5 … e forse fra 5 anni mi recherò là, a Monticelli Brusati, a bussare (ancora) alla porta di Aurelio …

Al principio il vino di Casa Caterina è un piccone e una mazza portati in spalla un’ora prima dell’alba.
È il cuneo di ferro da conficcare in sabbie più dure del sasso.
È quel solco che attraversa la collina come un’immensa culla scavata nel tufo, ove vengono adagiate radici di viti appena nate…
Al principio il vino di Casa Caterina è il potare da un sole all’altro con le mani screpolate dai geli della galaverna;
è salire la collina con i mazzi di vimini tagliati nella ceppaia in riva al ruscello, messi nel mastello affinchè diventino teneri prima di legare il tralcio al ferro e alla canna…
Vittoria, il nerbo della fatica dell’Emilio è nel Pinot Nero.
Vedi, nella vita si dona e si ridona.
Donare è l’infinito del verbo amare.
Ma per te è trasformato in amare all’infinito.

In effetti certi vini o si amano oppure no! Questo vino io lo amo!


MONSUPELLO – 3309 OLTREPO’ PAVESE DOC, PINOT NERO 2007
ITALIA
le uve provengono dai vigneti nei comuni di Torricella Verzate e Oliva Gessi
età del vigneto: 20 anni
resa x ha: 60 q.li
zuccheri residui: 4.5 g/l
fermentazione: 8 giorni
affinamento per 36 mesi in barriques nuove, di 2o e di 3o passaggio nella misura di 1/3 ciascuno

Note di degustazione: questo vino è l’unico che si presenta con un colore molto carico, un po’ atipico per il Pino Nero, ma che Marco ci rassicura dicendoci che in Oltrepò il tipo di uva è sempre molto carico di colore. Al naso ci accoglie con note balsamiche, mentolate, di resina di abete, unitamente a note fruttate di mirtilli. Un leggero accenno di sughero. Al palato c’è freschezza e un tannino abbastanza allappante e astringente, impegnativo. C’è della dolcezza finale che sentiamo proprio come componente gustativa più che come sensazione retroolfattiva. È un vino opulento, che si distacca nettamente da tutti gli altri assaggiati nel corso della serata. Una tipicità diversa, un’espressione territoriale diversa, che esprime anche un’annata, il 2007, molto calda nell’Oltrepo’.

VINATTIERI TICINESI – TICINO DOC, PINOT NERO DI BESAZIO 2007
SVIZZERA

le uve provengono da un vigneto di Besazio, proprio di fianco alla proprietà del Castello Luigi. Il Vigneto è stato estirpato nel 2008 dopo questa vendemmia. La zona è un po’ difficile per il Pinot Nero ed è stato poi impiantato del Sauvignon che viene aggiunto al Vinattieri Bianco. Questo pinot nero 2007 di Besazio è un vino UNICO, è stato prodotto solo in quell’annata che per quella zona del Monte San Giorgio è stata davvero un’annata eccezionale e anche il PN è arrivato sano alla vendemmia. La resa è bassissima: tra i 50 e i 60 q.li per ha. Macerazione per 15 giorni, a dicembre è stato travasato in barrique francesi di secondo passaggio dove è rimasto in affinamento per 18 mesi. Imbottigliato nel 2009. Ne sono state prodotte 1364 bott e 36 magnum – stop!

Note di degustazione: ecco, l’ho fatto ancora! L’ho portato un’altra volta in degustazione alla cieca in mezzo a tanti altri Pinot Nero, tutti di alto livello qualitativo. Il vino ha sorpreso moltissimo. Addirittura è stato preso per un vino francese, il che, a mio avviso, è un complimento. Al naso belle, eleganti, raffinate note vegetali di erbe aromatiche e fruttate e balsamiche. Al palato freschezza, morbidezza, sapidità, tannino fine ed elegante. Armonia generale.

DOMAINE HUBER-VERDEREAU – POMMARD 1er CRU ‘LES BERTINS’ 2010
FRANCIA
Thiebeault Huber rileva l’attività viticola dei nonni a Volnay nel 1994 con 3 ettari di vigna. Oggi ne possiede 9.5. Dal 2001 lavora seguendo i principi del biologico, poi biodinamico e dal 2005 è certificato Ecocert.

Più che una tecnica agricola, la biodinamica è una filosofia, il cui obiettivo è allineare la pianta, il suolo, l’aria, e l’uomo – creare un dinamismo tra queste componenti e queste forze. In vigna non viene usato alcun prodotto chimico o sintetico. Viene usata quella che si chiama ‘poltiglia bordolese’: un insieme di erbe e piante come il tarassaco, l’ortica, l’equiseto, la betulla ecc. i lavori sono eseguiti seguendo le fasi della luna e alcune posizioni planetarie. Il fine è quello di conservare una terra sempre attiva e ricca, mai stressata e esaurita e stanca, per arrivare ad ottenere dei vini energici, vivi, pieni di energia.

Note di degustazione: eccolo l’ultimo vino. Un produttore che ho conosciuto l’anno passato nella sua cantina a Volnay. Un bell’uomo! Appassionante. Della serata è il vino più giovane. In effetti si presenta come il più chiuso, giovane ma anche con un potenziale importante. Il carattere minerale lo si sente già al naso e poi ritorna al palato insieme a molta sapidità e una buona morbidezza. Lo stile francese lo si percepisce proprio in questa chiusura, proprio in questa sorta di austerità e sobrietà, unitamente all’eleganza.

In conclusione abbiamo poi degustato i vini metodo classico dell’OLTREPÒ PAVESE di Alessio Brandolini (link sito qui) e dell’azienda Monsupello (link sito qui).

Marco Bertelegni, enologo dell’azienda Monsupello, in piedi.
Alla sua sinistra, seduto, Alessio Brandolini.
Sulla parete la copia di uno studio in bianco e nero della ‘nascita di Venere’ del Botticelli databile intorno al 1482!

Alessio pensoso!

METODO CLASSICO AZ. ALESSIO BRANDOLINI
BLANC DES NOIRS & CRUASÈ

L’azienda Brandolini nasce nel 1873 con il bisnonno di Alessio, Carlo, a San Damiano al Colle. Alessio ha preso in mao l’azienda solo qualche anno fa, appena laureato in viticoltura ed enologia presso la facoltà di agraria di Milano.

Possiede 9 ettari nei comuni di San Damiano al Colle e alleva diverse varietà di uva.

In vigna non sono utilizzati concimi chimici e si tende a ridurre la produzione di uva per ceppo attraverso il diradamento e l’alta densità di impianto, tecnica che incentiva la competizione tra ceppi. Inoltre c’è inerbimento permanente.

In cantina Alessio predilige tecniche quali la criomacerazione, la fermentazione a bassa temperatura e lunghe macerazioni.

la bottiglia di Cruasè di Alessio che abbiamo degorgiato insieme!

MONSUPELLO NATURE PINOT NERO OLTREPÒ PAVESE DOC
METODO CLASSICO PAS DOSÈ

In vigna da oltre 10 anni viene praticato l’inerbimento dei vigneti per creare un più equilibrato rapporto chioma-radice della vite e per salvaguardare gli insetti utili utili al vigneto. Per lo stesso motivo vengono utilizzati antiparassitari a basso impatto ambientale ed evitato l’utilizzo di diserbanti chimici.
Vinificazione in bianco. Separazione del mosto dalle vinacce. Separazione del mosto fiore (la prima metà del mosto che si ottiene dalla spremitura soffice dell’uva) dal mosto di seconda pressatura.
Il mosto fiore viene chiarificato e travasato in vasche di acciaio dove inizia la fermentazione a temperatura controllata.
Affinamento-Sosta sui lieviti per almeno 36 mesi

MONSUPELLO ROSÈ PINOT NERO
VINO SPUMANTE DI QUALITÀ BRUT METODO CLASSICO ROSÈ

Vinificazione in rosa del Pinot Nero con un breve periodo di macerazione del mosto fiore con le bucce per l’estrazione della parte colorante dalle bucce.
Affinamento-Sosta sui lievi per un periodo di almeno 18 mesi
Al degorgement viene aggiunta della liqueur d’expédition
Nota: il vino che abbiamo degustato noi questa sera è NATURE, degorgiato al momento, quindi senza aggiunta di zuccheri con la liqueur.

DEGORGEMENT A LA VOLÈ DEI VINI DI ALESSIO BRANDOLINI E MONSUPELLO:

TUTTI I VINI DELLA SERATA:

I MOMENTI DI DISCUSSIONE, DI CONFRONTO, DI APPROFONDIMENTO DELLA SERATA:

Che bella discussione, che animazione, che fervore, che amore!

Prosit

Vittoria Fagetti

29 aprile 2013

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