La Tenuta Ronco dell’Angelo a Morbio Inferiore è il luogo dove sono allevate le uve merlot con cui viene fatto il Ronco dell’Angelo Ticino doc. È un merlot 100% con una resa di circa 70 Q.li x ha. I ceppi più giovani hanno circa 20 anni. La superficie vitata è di 3.2 ettari. Il vino viene vinificato dalla Vinattieri Ticinesi (articolo qui) in tini di legno da 4000 litri. Affinamento per 18 mesi in legno, 50% in barrique, 50% in tini di legno da 4000 litri. Sono prodotte circa 10’000 all’anno. La bella etichetta è stata progettata dal Prof. Arch. Mario Botta.
Annata: 2007. Degustazione di maggio 2010
Colore: rosso rubino carico
Al naso si presenta complesso con intense note fruttate di ciliege nere buone e mature che si alternano con delicati sentori erbacei di fieno e leggere note speziate di liquirizia e cacao.
Al gusto esprime un giusto equilibrio tra morbidezza e freschezza, abbastanza tannico, persistente e di corpo. Un vino fine ed elegante, molto piacevole, armonico.
Questo 2007 è già pronto e probabilmente lo resterà per molti anni avanti.
Mi è piaciuto molto. Mi è stato presentato versato in decanter, senza etichetta, in abbinamento ad un piatto di veramente facile preparazione come bresaola, funghi porcini sott’olio e scaglie di parmigiano. I profumi e i sapori del vino insieme ai profumi e ai sapori del cibo erano perfettamente in armonia. Il vino è abbastanza immediato, di facile apprezzamento un po’ per tutti. I profumi sono ben riconoscibili. Penso che sia di facile abbinamento con molti piatti, dai più semplici ai più importanti come secondi di carne un po’ più strutturati.
Qualche mese fa, l’autunno scorso, quando il vino era da poco stato messo in vendita, un amico mi aveva detto “ma non l’hai ancora provato? è spaziale ….. è intenso, morbido, carnoso … provalo, non aspettare”. Ho aspettato, ma (come vedi) non tantissimo.
Annata 2012, degustazione di febbraio 2015.
Al naso il vino si presenta con note di frutta matura, polpa di ciliegie, leggera vaniglia, cuoio, spezie, note di cacao e tabacco.
Al palato è minerale e sapido. Si ha una sensazione morbida dei tannini, davvero molto smussati. È caldo, piacevole, da bere tutto, con un finale abbastanza persistente e dolce di spezie e frutta. Fine, elegante, grande piacevolezza. Da bere giovane, adesso, vivo, intenso, generoso. Da abbinamento, ma anche estremamente adatto per aperitivi.
Tenuta Ronco Dell’Angelo
la proprietà è stata acquistata nel 1959 dal signor Bernardo Caverzasio, e si estende su una superficie di 85’000 m2 di terreno, di cui 32’000 m2 destinati esclusivamente a vigneto. Negli anni 1961/1963 vengono ristrutturati gli edifici esistenti, creando un tipico ‘nucleo agricolo’ con abitazioni, stalla, fienile e cantina. In circa 10 anni dopo aver ristrutturato il vigneto, vengono messi a dimora ancora 6000 ceppi di Merlot. Alla fine del 1989 il vigneto conta 12’000 ceppi (11’500 Merlot, 500 Diolinoir).
Le terre di Morbio possono vantare particolari pregi legati alla felice esposizione a sud, al suolo e al sottosuolo nonchè ad un ottimo microclima che garantisce una lunga tradizione vitivinicola. E così nasce il “RONCO DELL’ANGELO”. La Vinattieri Ticinesi di Ligornetto ha la responsabilità della vinificazione, dell’invecchiamento e della distribuzione. L’etichetta del ‘Ronco dell’Angelo’ è stata progettata dal Prof.Arch. Mario Botta originario di Morbio Inferiore.
Santa Maria dei Miracoli, Morbio Inferiore
La storia del santuario di Santa Maria dei Miracoli inizia il 29 luglio 1594. È un venerdì e due fanciulle milanesi, Caterina e Angela, rispettivamente di dieci e di sette anni, raggiungono il colle di Morbio, dove anticamente sorgeva un castello. Sono due povere fanciulle malate, tormentate dal demonio e sono salite fino a Morbio, per chiedere la benedizione di don Gaspare Barberini, il vice-parroco (Morbio diventerà parrocchia soltanto nel 1777, staccandosi da Balerna) che gode di particolari carismi. Ma il viceparroco è assente; è sceso a Cernobbio per la festa di Santa Marta. Alla stanchezza del viaggio e alla tristezza della malattia, si aggiunge l’amarezza della delusione. Non resta che aspettare. Fra i ruderi dell’antico castello vi sono anche le rovine del vecchio oratorio e sul muro sbrecciato e cadente, é dipinto l’affresco, che rappresenta la Vergine in atteggiamento profondamente materno, mentre allatta Gesù. Sullo spiazzo antistante, le due madri, angustiate da una nuova crisi delle due fanciulle, pregano con fede, dopo aver condotto, con l’aiuto di alcune donne di Morbio, le due ragazze davanti all’immagine sacra. E allora avviene il miracolo. Quelle due povere creature semplici e innocenti sono salve. Questo è il miracolo di Morbio: la Madonna appare alle due fanciulle e le guarisce.