lunedì, Aprile 29, 2024
Ticivino – recensioni vini del Ticino

CASTELLO di MORCOTE – Verticale 2009-2016

Settembre 2019 domenica. Percorro con l’auto la strada ripida e stretta che da Vico Morcote sale alla Tenuta Castello di Morcote e poi su fino alla Fortezza, per partecipare alla giornata di presentazione e di degustazione delle ultime annate dei vino Castello di Morcote, che dal 2009 a oggi viene prodotto seguendo una filosofia più rispettosa della vigna e del territorio, una filosofia coltiva e produttiva rivolta al biologico.

Con l’occasione visitiamo la Tenuta Castello di Morcote: un luogo ricco di storia oltre che di viticoltura. La fortezza viene eretta nel 1450 d.C., voluta da Francesco I Sforza e costruita intorno ad una torre di avvistamento romana, che faceva parte di un grande sistema di comunicazione che attraversava tutto l’impero. La posizione assolutamente strategica ha voluto questo luogo essere un presidio militare per quasi 2000 anni. La fortezza è passata nelle mani di diversi proprietari fino a quando, alla fine del 1800, diventa di proprietà della famiglia Paleari. E fu proprio in questo vigneto che, all’inizio del secolo scorso, l’ingegnere agronomo Giuseppe Paleari, insieme al team di agronomi dell’Istituto di Mezzana, sperimenta il vitigno più adatto a questo territorio, trovando poi che l’uva Merlot ben si adattava al clima e al terroir. Nel 1930 Massimo Gianini acquista la fortezza, il vigneto e centinaia di piccoli appezzamenti di terra, costituendo così l’attuale Tenuta con i suoi 172 ettari, dei quali soltanto 8 ettari sono dedicati alla viticoltura, mentre il restante territorio risulta ancora boschivo. Durante la 2° guerra mondiale la Tenuta diventa un luogo dove si coltiva soprattutto frutta, verdura e cereali con l’intento di sostenere la popolazione. Negli anni ’80  viene impiantato l’attuale vigneto dall’azienda Tamborini che gestisce il vigneto e la produzione fino all’annata 2008.

Nel 2009 la Tenuta torna sotto la gestione della famiglia Gianini. Insieme con l’enologo Michele Conceprio si amplia la gamma dei prodotti e si porta avanti un discorso di viticoltura volto al biologico. Attualmente la Tenuta produce circa 60mila bottiglie all’anno. Agli 8 ettari vitati della Tenuta si aggiungono altri vigneti in zone vocate del Mendrisiotto. Nel 2013 incomicia il processo di conversione al biologico e con l’annata 2017 tutti i vigneti all’interno della Tenuta sono certificati BIO.

La posizione della Tenuta è incantevole, si erge a strapiombo sul promontorio dell’Arbostora, una penisola tutta circondata dal lago Ceresio. Il terreno è costituito da formazioni di porfido rosso, di origine vulcanica.

Il Castello di Morcote, Merlot del Ticino DOC è prodotto con uve Merlot al 90% insieme con un 10% di Cabernet Franc. Le uve provengono dai vigneti terrazzati antistanti la Fortezza esposti a sud/sud-est, in gestione 100% biologica, altitudine compresa tra i 350 e i 450 metri s.l.m., i ceppi hanno 35 anni e il sottosuolo è composto in prevalenza da porfido di origine vulcanica. Le uve vengono raccolte a mano e vinificate separatamente. Si procede con una macerazione delle bucce nel mosto durante la fermentazione per circa 20 giorni in tini di legno, a temperatura controllata e operando rimontaggi e follature manuali. Segue un affinamento in barriques e botti più grandi in parte nuove e in parte di 2° passaggio per circa 12 mesi, a cui segue un ulteriore affinamento in bottiglia prima del rilascio sul mercato.

Verticale 2009 – 2016: Incominciamo la degustazione con un sorprendente 2009, che si presenta intenso con note di cuoio, note di spezie, note minerali e balsamiche. Al palato si ha subito una sensazione di freschezza importante (che si discosta da tanti assaggi fatti quest’anno di vini della stessa annata ma diversi produttori). Il tannino è presente e ancora importante, astringente sul finale.

Non abbiamo potuto assaggiare l’annata 2010, in quanto, ci dicono, semplicemente non ce ne è più.

Passiamo poi alla degustazione dell’annata 2011: in questo bicchiere compare una nota floreale di petali di viola insieme ad una componente fruttata di more e di mirtilli e ancora belle note di sottobosco e spezie. L’annata è stata più calda della precedente e le sensazioni di confettura lo confermano. Al palato la sensazione di freschezza e il tannino sono sempre importanti. Il corpo del vino risulta più importante rispetto all’annata precedente, dimostrando  una maggior consistenza e polposità.

Come ci viene versato nel bicchiere, l’annata 2012 si rivela subito con una sensazione di frutta matura quasi surmatura, intenso con note di radici e di sottobosco e una leggera nota di smalto. Anche al palato c’è una sensazione di dolcezza in contrapposizione ad un tannino ancora astringente. L’enologo ci rivela poi, che nel 2012, una parte dell’uva ha fatto un leggero appassimento in pianta. Questa bottiglia che presenta un’evoluzione maggiore rispetto all’annata precedente, lo conferma.

Nel 2013 l’azienda incomincia in vigna il processo di conversione al biologico. L’obiettivo sarà poi quello di ottenere una uva la più sana possibile al fine di lavorarla il meno possibile durante la vinificazione. Nel bicchiere questo vino sembra davvero avere uno scatto in più! Meraviglioso bouquet con note di erbe officinali, malva, note di cassis, ciliegie mature e succose, petali di fiori essicati, note di fieno. Già molto elegante ed invitante al naso, anche al palato si rivela più morbido e più rotondo al primo assaggio per continuare con una sensazione di austerità data da un tannino presente ma non invasivo. Il finale è asciutto, lungo con una sensazione mentolata. Una bottiglia straordinaria!

L’annata 2014 non è stata prodotta.

Procediamo dunque con l’assaggio dell’annata 2015. Il buon andamento dell’annata ha permesso di raccogliere un’uva molto bella e sana. Si decide di usare sempre meno solfiti, avvicinandosi ad un valore di circa 30 mg di solforosa totale. Un valore molto basso! Assaggiamo. Il vino diventa sempre più delicato, fine, elegante con note fruttate e floreali e una leggera speziatura e ancora note di cuoio e di sottobosco. La sensazione del legno sempre meno evidente e il gusto del frutto del vino sempre più in evidenza. Al palato tutte le componenti del vino sono in perfetto equilibrio: freschezza incredibile e morbidezza, tannino levigato anche se ancora astringente e finale dolce.

Nel 2016 ancora qualcosa in più: un bouquet di fiori e frutta intenso, insieme a belle sensazioni minerali che ritroviamo all’assaggio. Il tannino è importante, anche se ben levigato. Il finale è lungo, elegante. Giovane, con un bel potenziale.

In conclusione questa bella degustazione ci ha mostrato un cambiamento, assolutamente in positivo, di interpretazione del vino Castello di Morcote. Siamo passati dalle prime annate assaggiate, che ci hanno mostrato un vino con ancora una notevole spalla di freschezza e mineralità e con tannini non ancora domati, alle annate più giovani, che ci catturano con più gentilezza, bouquet intriganti e tannini rotondi. In evidenza in tutte le annate una notevole mineralità. Sorprende questa bella evoluzione e la crescita negli anni di un vino che interpreta il suo territorio, la sua meravigliosa esposizione in vigna, la storia e le persone, volendo presentarsi con grande piacevolezza e mantenendo la struttura e la rigorosità di un grande vino.

Vittoria Fagetti

settembre 2019

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