venerdì, Aprile 19, 2024
Ticivino – recensioni vini del Ticino

GEOGRAFIA (partendo dalle origini …) della Svizzera e soprattutto del Canton Ticino

Nelle lontanissime epoche della preistoria, la regione che ora costituisce il Cantone Ticino era occupata dal mare che ricopriva gran parte dell’Italia e dell’Europa. Poche terre emergevano, nell’area Ticinese, da quelle acque, le quali a volte erano profondissime, a volte formavano immense paludi con tutta la ricca fauna di ittiosauri, i resti dei quali ci sono pervenuti sepolti negli scisti bituminosi del Serpiano.

La insolita abbondanza di fossili che si rinvennero persino in vetta alle più alte sommità sottocenerine (San Giorgio, Generoso, san Salvatore …) attestano appunto che il rilievo ticinese andò preparandosi entro le profondità oceaniche, sotto forma di depositi alluvionali, che emersero poi in epoche geologiche posteriori.

Le Alpi, così come noi le ammiriamo oggigiorno, sono il prodotto di un intenso corrugamento della crosta terrestre. Al loro primo emergere erano sterminate piatteforme rocciose, fra loro separate da qualche solco poco profondo. Contro di esse si accanirono le forze demolitrici della natura: venti, disgelo e piogge – che intagliavano creste e cime -, acque correnti e ghiacciai – che incidevano le valli. Quando i ghiacciai, verso la fine dell’era terziaria ed il principio della quaternaria, invasero le nostre contrade, quasi tutte le nostre vallate erano incise già molto profondamente. La modellatura definitiva fu data dal ghiacciaio del Ticino.

Nasceva, questo, per 2 rami sul San Gottardo: l’uno presso il Lucendro, l’altro presso il ghiacciaio del Rodano. I 2 rami si incontravano ad Airolo, formando in tal modo il vero ghiacciaio del Ticino, il quale accoglieva affluenti secondari, tra cui quelli di Val Blenio e della Mesolcina, e si dirigeva da una parte nel Luganese passando sulla sella del Ceneri e dall’altra parte verso la valle del Verbbano, dove depositava le sue morene a sud di Sesto Calende. La massa Luganese invadeva il sottoceneri e depositava le sue morene nella regione pedemontana-alpina. Il ponte diga di Melide riposa appunto su una di queste morene.

Si contano 4 glaciazioni, ma quando i ghiacciai si ritirarono definitivamente il nostro paese era tutto ingombro di morene e di blocchi erratici, presentando certe forme caratteristiche, quali i circhi, le valli a U, le valli sospese – cascate -, laghetti alpini.

Quasi tutte le valli ticinesi si presentano sotto questo aspetto a U, con fondo ampio e pianeggiante.

Le zone tipicamente moreniche, soprattutto alla sommità delle colline e sulle porzioni alte dei versanti presentano terreni caldi, asciutti, generalmente abbastanza profondi, con ricca componente sabbiosa e molto scheletro (sassi, ghiaia).

I vini che ne derivano esprimono il buon equilibrio di cui la vite gode, sono caratterizzati da colori gradevoli anche se non necessariamente carichi, freschezze floreali, notevole sapidità e media struttura, eccellente finezza, ottima persistenza.

Il Cantone Ticino si divide dal punto di vista geografico in due regioni – Sopraceneri e Sottoceneri – e in otto distretti: Bellinzona, Blenio, Riviera, Leventina, Locarno, Vallemaggia (situati nel Sopraceneri), Lugano e Mendrisio nel Sottoceneri. Tutti i distretti possiedono vigneti in misura diversa.

Lo scrittore ticinese Guido Calgari in ” Confidenze con il Merlot ” del 1959 scrisse: ” A Giornico si dovrebbe mettere un segno speciale, non so, uno striscione, un trionfo di frasche; che anche il viaggiatore più distratto e frettoloso o di mala grazia capisca d’essere entrato nella ” civiltà ” del vino; qui veramente, più che sul San Gottardo, finisce il mondo delle patate e della birra e s’apre quello della polenta e del vino “.

I distretti VITIVINICOLI del Ticino sono ben visualizzati in questa cartina:

Sopraceneri: Bellinzonese, Riviera, Val Leventina (in verde)

Sopraceneri: Locarnese e Vallemaggia (in rosso)

Sottoceneri: Luganese, Mendrisiotto e Malcantone (in giallo)

 

Il vigneto ticinese presenta due tipologie distinte di terreni, che corrispondono geograficamente al Sopraceneri (tutta la zona a nord del Monte Ceneri) e al Sottoceneri (la zona a sud). Il Monte Ceneri separa infatti due realtà diverse per tipo di terreni, per tipologia di clima e microclima, per venti e correnti fredde.

Nel Sopraceneri la roccia sulla quale si è formato il suolo è di origine cristallina con granito e gneiss, con terreni piuttosto acidi, mentre nel Sottoceneri si ha una roccia calcarea e un terreno leggermente alcalino. Per questa ragione i terreni del Sopraceneri sono leggeri, sabbiosi e permeabili con alto contenuto di materia organica, mentre nel Sottoceneri, in particolare nel Mendrisiotto i suoli sono più ricchi in argilla, quindi di struttura più pesante con buoni livelli di fertilità.

Il contenuto di elementi nutritivi quali fosforo, potassio e magnesio varia da vigneto a vigneto, abbiamo contemporaneamente sia terreni poveri che ricchi di questi elementi. Per quanto riguarda il calcio, a parte la zona a sud del lago di Lugano, ci troviamo sovente di fronte a delle carenze. Per la maggiore parte i terreni a sud delle alpi su substrato acido hanno le seguenti caratteristiche:

• granulometria: leggero;
• contenuto materia organica: da ricco a molto ricco;
• capacità di scambio: da media a elevata;
• saturazione: insaturo;
• PH: acido.

Il clima in Ticino è fortemente influenzato dal mediterraneo, ed è diverso dai principali vigneti Svizzeri, i quali subiscono l’influsso delle alpi. È caratterizzato da un elevato numero di ore di sole da precipitazioni abbondanti ma di corta durata. La regione è tra le più minacciate in Svizzera per quanto riguarda la grandine.

Un aspetto particolare del clima ticinese è la variabilità dei parametri meteorologici, ben illustrato dalle precipitazioni. È infatti possibile avere due mesi consecutivi quasi senza precipitazioni, oppure due mesi il cui totale si avvicina alla media pluriennale. I mesi del semestre estivo presentano dei minimi assoluti non oltre 20 mm, mentre nel semestre invernale i minimi sono vicini a 0 mm. I massimi mensili d’estate superano 500 mm, in inverno 250 mm. Le precipitazioni giornaliere estreme superano generalmente 250 mm, con punte localmente ancora più elevate, in un’ora si possono invece rilevare massimi di 70-80 mm e su 10’ di circa 30 mm. Le precipitazioni raggiungono un massimo tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno. Il minimo è normalmente registrato in dicembre o gennaio. Il mese con il maggior numero di giorni con precipitazioni è maggio, seguito da ottobre, causati soprattutto dal situazioni di sbarramento. Il minor numero di giorni con precipitazioni è invece normalmente registrato nei mesi di gennaio-febbraio, quando il Ticino resta sottovento riparato delle Alpi.

La temperatura media annuale in Ticino a basse quote è compresa tra 10 e 12°C, con differenze locali dovute all’orografia o alla presenza dei laghi. La diminuzione della temperatura media con l’altezza è vicina a 0,5°C nei mesi invernali e 0,7°C nei mesi estivi ogni 100 m.

I valori medi dell’umidità relativa sono vicini al 65%, sia per l’anno sia per i singoli mesi.

Gli estremi mensili variano comunque da 50% di umidità relativa per i mesi più secchi (tra gennaio e giugno) a 80% per i mesi più umidi (da settembre a febbraio).

Per singoli giorni invece, l’umidità relativa può scendere fino a 15%, dovuto all’effetto del favonio da nord. Il numero delle ore di sole è proporzionale alla nuvolosità e strettamente legato all’andamento dell’orizzonte.

La nuvolosità media annuale è di circa 50-60%. Ciò si riflette sul soleggiamento che in media raggiunge il 55% del massimo possibile con cielo sempre sereno. Le statistiche mensili oscillano tra un minimo di 30% nel semestre invernale e 40% in quello estivo, e un massimo di 80%. L’elevato numero di ore di sole, dove è permesso dall’orizzonte, si rispecchia direttamente nei valori della radiazione solare.

Sistemazione del suolo

A parte alcune zone di pianura, in Ticino la vite è sempre stata coltivata su terrazzi, la funzione dei quali è quella di proteggere il suolo dall’erosione causata dalle importanti precipitazioni (media annuale circa 1’800 mm), tipiche della regione prealpina.
I terrazzi eseguiti manualmente senza nessun collegamento tra di loro non permettevano l’accesso ai mezzi meccanici. Nei vigneti in cui questa antica sistemazione fondiaria esiste ancora, ci obbliga ad eseguire manualmente i vari lavori colturali con un conseguente notevole impiego di manodopera.
In questa situazione si ha pure una debole densità di impianto, (media 2’500 a 3’000 piante/ha) dovuta principalmente all’irregolarità del terreno.

Nel 1978 per migliorare questa situazione si è stabilito un importante obiettivo: adattare i terrazzi alla meccanizzazione, impiegando scavatrici idrauliche del tipo Kamo e Menzi in grado di modificare i terrazzi esistenti o costruirne dei nuovi.

Le modifiche hanno riguardato:

  • la larghezza del ripiano, che è stata adattata per permettere il passaggio dei mezzi meccanici.
  • la pendenza delle scarpate è stata modificata in modo da evitare le perdite di superficie.
  • la posizione del filare sul terrazzo è stata rivista in modo da porre la vite sul ciglio del ripiano tale da permettere il passaggio dei mezzi meccanici nella parte interna del terrazzo.
  • le strade e i collegamenti: con la costruzione di piattaforme alla fine di ogni terrazzo si è garantito il loro collegamento ed inoltre, dove è possibile, lo si è ottimizzato con la realizzazione di una strada che tagli trasversalmente il vigneto.

La nuova sistemazione del terreno, (riordino fondiario) ha portato a un’importante evoluzione della viticoltura ticinese. In primo luogo ha permesso di aumentare la densità di impianto da 3’000 piante/ha a 4’500 piante/ha senza incidere negativamente sui tempi di lavoro, i quali grazie ad una meccanizzazione appropriata sono stati ridotti fino a meno di 1’000 ore/ha/anno.

Il costo delle migliorie fondiarie ha inevitabilmente inciso sulle spese annue di produzione del vigneto causandone un aumento variante tra l’8 e il 16% rispetto al vigneto tradizionale. Per conto la razionalizzazione del vigneto, ha permesso di migliorare la resa, così che il costo medio di produzione di un chilo di uva è diminuito del 15%. (M. Ferretti e al, 1996). Attualmente per realizzare un vigneto in forte pendenza sono necessari investimenti da 120 a 150’000.- Fr./ha, mentre in pianura le spese si riducono da 80 a 100’000.- Fr./ha. Nel calcolo delle spese di ricostituzione sono compresi gli oneri finanziari per l’impianto delle viti (manodopera, barbatelle, concimi ecc.) e nel caso di vigneti in forte pendenza la costruzione di nuovi terrazzi. Per ottenere il costo totale dell’investimento è necessario aggiungere le spese di coltivazione della giovane vite sul periodo di tre anni.

Costi medi annuali di produzione.

Attualmente, i costi di produzione del vigneto Svizzero variano da un minimo di 28’000 Fr. ad un massimo di Fr. 54’000 per anno e per ettaro (dati 2002) a seconda della situazione colturale. I vigneti in zone pianeggianti e meccanizzati hanno costi più bassi, al contrario i costi di gestione sono nettamente più alti per i vigneti terrazzati e in forte pendenza. In Ticino le spese di gestione variano da un minimo di 37’000 Fr. per ettaro del vigneto di pianura meccanizzato a Fr. 45’000 del vigneto in collina poco meccanizzato.
(Rapporto: 2002, SRVA, frais de production en Viticulture.)

Mendrisiotto

Monte San Giorgio (1097 m): Dal 2 luglio 2003 il Monte S. Giorgio è stato incluso dall’UNESCO nel Patrimonio Mondiale dell’umanità. La regione è soprattutto nota per i tesori geologici e i fossili in essa conservati; soprattutto pesci, invertebrati e rettili marini di alcune specie rare se non uniche risalenti al periodo del Triassico medio vale a dire a 230 milioni di anni fa. Molti di questi si possono ammirare nel Museo dei fossili di Meride. http://www.montesangiorgio.ch/

Monte Generoso (1701 m): Alla vetta del Monte Generoso si sale con il trenino rosso a cremagliera con partenza da Capolago. Il panorama è incantevole, e spazia dalla regione dei Laghi (di Lugano, di Como, di Varese e Maggiore), alla città di Lugano, alla pianura Padana con Milano e dagli Appennini fino alla catena Alpina, dal Gran Paradiso al Monte Rosa, dal Cervino alla Jungfrau e dal massiccio del Gottardo fino al gruppo del Bernina. Curiosità: periodicamente viene messo in funzione il treno a vapore del 1890, il più vecchio in circolazione in Svizzera, e un treno d’epoca del 1950. http://www.montegeneroso.ch/it/13/homepage.aspx Alle pendici del Monte Generoso c’è la Val Mara, con Arogno e Rovio, e la Val di Muggio, con il parco delle Gole del Breggia, d’importanza geologica.

LUGANESE:

La posizione geografica della città di Lugano ha favorito le attività legate al terziario con grande espansione nel campo finanziario ed economico. La città rappresenta il terzo polo bancario della Svizzera.

Le aziende viticole proprie del luganese non sono molte. L’unica azienda i cui filari di vite si trovano (parzialmente) sul territorio della città di Lugano è La Fattoria Moncucchetto. Altre aziende sono situate nei comuni limitrofi.

Malcantone

Monte Lema (1624 m): raggiungibile a piedi o con una cabinovia.

Locarnese:

Bellinzona & Valli

(Per la prima parte dell’articolo . fonte: Storia Del Canton Ticino, di G.Rossi e E.Pometta)

(Per la seconda parte dell’articolo . varie fonti: bacco.ch ; ticinowine.ch ; ticino.ch ; ti.ch -sezione agricoltura- ; sbt.ti.ch )

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